venerdì 10 novembre 2017

Ombre - 390

La ministra britannica di origine indiana Priti Patel è stata licenziata dal premier Theresa May perché intratteneva rapporti stretti con Israele. Che non è un paese nemico di Londra. Ma la ministra frequentava il governo israeliano e Israele per avere l’appoggio della lobby ebraica. Che non è un delitto, ammesso che una lobby ebraica esista. Ma lo voleva a Londra, contro la May. E

Questo di Londra, l’appoggio e il licenziamento, è il più alto atto politico della stagione in Europa. Se non c’è terrorismo, l’Europa non c’è.

Singolare fronda Rai, dei nominati da Renzi, nei confronti di Renzi. Se c’è una cattiva notizia, compare Renzi. Se ce n’è una buona, si dice “bene ma”. Di Maio ha più titolo (inquadrature lusinghiere, precedenze, parole elette) di Renzi – Di Maio….
Il direttore Orfeo corre già per il prossimo mandato, tanto da Renzi ha già avuto tutto?

“La corsa alle privatizzazioni è costata allo Stato 40 miliardi”. Ettore Livini fa su “la Repubblica” il conto degli incassi del Tesoro per la vendita di grandi aziende e il loro valore oggi, e ci trova una minusvalenza per lo Stato di 40 miliardi – virtuale certo, ma nei bilanci conta. Perché mai? Ce lo chiede l’Europa – cioè il mercato, cioè le banche d’affari.

“Da dieci settimane a 24 mesi, così l’Europa custodisce i dati”. Da noi invece “tabulati conservati sei anni”. Il termine era stato portato da due a quattro anni dopo l’attentato di Parigi nel 2015. Sei anni li vuole Pignatone, che purtroppo non avrà la carica di Procuratore Nazionale Antimafia, e quindi va accontentato.

Si può fare miele, produrre miele, vendere miele, senza che il miele c’entri. “Striscia la notizia” documenta quello che si sapeva: si possono vendere prodotti dove ricorre la parola miele, sciroppo di miele, sapore di miele, tutta l’energia del miele, senza che il miele ci sia - prodotti sintetici per lo più. Ce lo impone l’Europa.

Una pagina del “Corriere della sera” per un avvocato Abrams presentato come “un paladino della libertà di stampa in America”. Il quale annuncia: “La stampa resta libera ma Trump ha reso la verità irrilevante”. La verità della stampa.
Trump che si fa forte della denuncia della falsa informazione ne sa più del paladino.

I 5 Stelle sono delusi dal voto in Sicilia e a Ostia. I grandi media invece li osannano, “Corriere della sera”, “la Repubblica”, Sky Tg 24, perfino il Tg 1. Più realisti del re. E dire che i 5 Stelle non comprano nemmeno i giornali.

Crocetta brinda alla sconfitta in Sicilia: “Da questa sera mi ritengo sciolto dal voto di castità”. Una minaccia.
Annuncia ghiotto che andrà nella sua “cara Tunisia” per festeggiare. In colonia?

Alfano, che il suo personale partito voleva costituire con i voti della Sicilia e di Milano, non è riuscito nemmeno a portarlo in consiglio regionale nell’isola – dopo aver perso i possibili voti milanesi, per le malefatte di Lupi e Formigoni. Ciò non pertanto è uno statista, ha incarichi importanti, ed è l’uomo su cui punta Renzi per la Grande Coalizione.

L’oscuro Cesa, invece, ex amico di Alfano, va sopra il 7 per cento. E con lui, ricorda Renzi, con l’Udc al 10 per cento, il Pd aveva vinto le elezioni del 2012. Ora ha avuto gli stessi voti del 2012, ma con Alfano ha perso. Di fatto, la politica italiana è da ridere.

Gli (ex) democristiani sono 25 dei 70 deputati regionali in Sicilia. Il cambiamento si morde la coda – sarebbe il Quetzalcoatl azteco in Messico.

“Trump è presidente principalmente perché i Democratici sono stati inetti, malaccorti, arroganti, e fuori della realtà”: “The Nation”, alla testa dell’antitrumpismo, comincia a riflettere. Dopo un anno.

“A New York Constitutional Convention could threaten the State Progressive Fabric. The case against a constitutional convention in New York State”.
“A New York Constitutional Convention would be good for Democracy”.
“The Nation” si supera proponendo nello stesso numero due pareri diametralmente opposti. Di autori diversi, è vero. Per orientare i lettori?

La Convention, se gli elettori voteranno a fine novembre per tenerla – ogni venti anni è prevista questa consultazione – discuterà se modificare e come lo statuto dello stato di New York. La fine del mondo è democratica?

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