venerdì 17 novembre 2017

Ombre - 391

Agenzia europea del farmaco, per la quale Milano spasima. Giovedì “la Repubblica” dice che è fatta, la Germania vota Italia. Venerdì il “Corriere della sera” dice che no, “Berlino è contro Milano. Come sono volubili i tedeschi.

Trepida “la Repubblica” segue Di Maio in Usa con una inviata speciale. Che lo intervista a tutta pagina, prima e dopo l’incontro al vertice con un sottopancia del Dipartimento di Stato – uno dei molteplici vice-direttori di una qualsiasi area, incaricato di ricevere il vice-presidente della Camera dei Deputati italiana. De Benedetti, tessera numero 1 del Pd, è diventato grillino? Ma lui ha il senso del ridicolo. Alle lettrici di “la Repubblica” piace Di Maio, cocco di mamma? Questo può essere.

Perfino Parolin, il capo del governo del papa, era a Washington per incontrare Di Maio. Non c’è più religione?

Però, una cosa Di Maio l’ha detta, parlando online sul sito del “Washington Post”: “Il nostro movimento è riuscito a disarticolare il centro-sinistra”.

Più corretto sarebbe stato: “Il nostro movimento è riuscito a disarticolare la sinistra”, da destra.

“Intourist, l’agenzia di Stato, era un altro modo per dire Kgb”, si legge su “la Repubblica” per bocca di un allegro giornalista inglese. Allegria! Quanti pellegrinaggi devoti alla patria del comunismo! E pagavamo il Kgb!


Il partito Repubblicano Usa insiste con Roy Moore, candidato senatore in Alabama, perché abbandoni la candidatura dopo le accuse di molestie sessuali. Ma non insiste molto: gli elettori non hanno fiducia nella stampa che riporta le accuse.

“Hanno acceso un riflettore su di lui nel 1977, quando era ancora agli esordi” – lui è Trump, il riflettore lo aveva acceso Breznev. Gianluca di Feo, il vecchio trombettiere di Mani Pulite, si supera su “la Repubblica”: il complotto è perfetto. Ma non diamo una patente di chiaroveggenza ai vecchi comunisti, quasi divina? O di Feo vuole dire che la Russia è sempre quella del 1977? Santa ignoranza.
Non si sa più che leggere – Di Feo vuole solo promuovere un libro dell’allegro giornalista inglese, Luke Harding.

Il commissario Ue Katainen trova che i conti italiani sono bugiardi, che il governo nasconde la verità. È quello che si è detto della Grecia. E comunque non va sottovalutato Katainen: era primo ministro della Finlandia quando Angea Merkel lo fece dimettere per nominarlo supervisore dell’economia a Bruxelles. Ci sarà un altro 2011?

Va al Mondiale la Svizzera, con 9 dei 4 titolari stranieri. Nati all’estero, oppure in Svizzera da genitori stranieri, e naturalizzati. Nel paese che più di tutti ha alimentato e alimenta la polemica anti-immigrazione.

È vero che in Svizzera la popolazione di origine straniera è un quarto del totale, un su quattro – percentuale superiore probabilmente a quella americana di seconda e terza generazione comprese. È il paese che più ha puntato per crescere economicamente nel dopoguerra sull’immigrazione. L’Austria, invece, altro paese di area tedesca, uscito dalla guerra con una forza lavoro maschile ridotta, per mezzo secolo ha adottato la crescita zero per non dover accogliere immigrati, e quando ha abbandonato la crescita zero vota a destra e chiude le frontiere.

Una pagina del “Corriere della sera” per Piero Bassetti, che va alle Nazioni Unite a spiegare “un progetto di dialogo con ispanici, nipponici e indiani per un mondo interconnesso”, elaborato da un sua ong. “Così superiamo gli Stati nazionali”, gli fanno dire. Bassetti è un gentiluomo, di novant’anni. E all’Onu ci possono andare tutti, c’è sempre un posto in qualche corridoio. Ma il provincialismo di Milano è esagerato.

Fubini difende a grossi caratteri la Banca d’Italia nella crisi delle banche, annunciandone la nuova strategia, di ribattere alle polemiche e non starsene buona. Dopo aver dato un colpo al cerchio in tre righette. “La quale (banca d’Italia) pure in questi anni è inciampata in ritardi, sottovalutazioni e errori che ancora non riconosce”. Perché, di cos’altro si discute?

La colpa semmai, spiega profuso Fubini sul”Corriere della sera”, avvinto alla Banca d’Italia, è del governo.  Anzi, del governo Renzi, che, fresco di giuramento, andò a votare il bail-in. Cui la Banca d’Italia però aveva collaborato, e i cui meandri avrebbe dovuto ben spiegare, alle banche e ai risparmiatori, nonché al governo, Renzi o non Renzi. O ci sta lì per che altro? Per non dire dei Fubini – ma l’informazione economica è fuori da ogni commento.

Ombre sul derby Roma-Lazio, allarme: “La Serbia risparmia Kolarov (Roma) e spreme Milinkovic-Savic (Lazio)”. Saranno i serbi i veri padroni della fantomatica proprietà della Roma?

Festival dell’Economia al Parco della Musica a Roma. Fra il centinaio di partecipanti no uno che non sia Dem. Il Parco è saldo presidio Dem. Poi dice come mai nessuno li vota.

Dopo aver perso le elezioni già vinte del 2013 mandando all’astensione metà dell’elettorato, Bersani promosse un governo coi grillini. Fallì, e perse anche il governo. Poi ha spaccato il suo partito, il Pd. Ora rivuole l’alleanza con Grillo. Che lo spernacchia come stalker, un molestatore. Ma chi è Bersani, un goliarda? Un guastatore?

Il Belgio non consegna Puigdemont per non riaprire la sua propria divisione, appena ricomposta, temporaneamente, dopo alcuni anni di non governo – è ben i paese che divise la storica biblioteca di Lovanio in due, francese e fiamminga. Ma non si evita il rincaro su Madrid, accusando la Spagna di franchismo. Che è morto quarant’anni fa.
Perché le secessioni sarebbero un atto di democrazia, specie quando le comunità etniche, linguistiche, religiose sono incastrate da secoli e da millenni?

Nessun commento:

Posta un commento