Antisemitismo – Nonché topos letterario, come le tante
generalizzazioni correnti, nazionali, regionali, tribali, fu tra le due guerre
anche tema di pensiero. Di una differenza, per lo più negativa – le due o tre
considerazioni critiche dei “Quaderni Neri” di Heidegger su un “pensiero
ebraico” non sono isolate e non sono eccessive. Simone Weil torna più volte sull’ebraismo
– tal quale, senza distinzioni - in termini negativi nei “Quaderni”, quando, negli
anni 1940-42, della sconfitta e la barbarie, costantemente deprecava il mondo
romano e ebraico come quelli che avevano distrutto la lezione greca e quindi la
civiltà. Di più deprecava la Bibbia, per averne fatto infine la lettura
integrale, coi racconti di distruzioni e violenze di ogni genere. Una delle
tante citazioni: “Non si facevano statue a Yahweh, ma Israele è la statua di
Yahweh. Questo popolo è stato fabbricato come una statua di legno, a colpi d’ascia.
Popolo artificiale”. O: gli ebrei “sono tenuti assieme da una terribile
violenza; non assimilabili, non assimilatori”.
Decostruzionismo – Fu anticipato
dal Medio Evo arabo? Lo scettico Al-Ghazzali (in realtà persiano) fu autore di
una testo tradotto come “Destructio Philosophiae”. Provocando la reazione del
dogmatico, razionalista, idealista Averroè (un berbero), che gli oppose una
“Destructio destructionis philosophorum”.
Fuga – Si penserebbe
uno stato indesiderabile – instabile, incerto, faticoso. Ma non è più praticato
(emigrazione, trasferimenti, dromomania, esotismo) che la fissità o stabilità?
Il moto è lo stato fisico più stabile – lo stato di quiete è la morte fisica.
Morte – L’esaltazione della morte è un teatro
politico. Del Tercio come della Resistenza, e ora della Crisi – nella sintesi
di Severino: “Già alle origini dell’Occidente, con i
greci, la storia diventava impossibile. I greci hanno scoperto il carattere
radicale del nulla”, i greci costruttori di colonie e imperi: Vivere tra il
nulla e il nulla è in realtà morire, e questo è l’atto supremo di conoscenza”.
Il nichilista è miglior cristiano lo diceva Oscar Wilde, in altro senso.
È teatro commerciale,
anche.
Amore-morte è una
forza per l’anagramma.
Ozio - L’ozio
è tema romantico, da Schlegel e Carlyle, il filosofo dei vestiti, a Trockij –
il cerbero del lavoro obbligatorio l’uomo dice “ozioso”, e ne fa “una qualità”.
Per questo non riuscì a Bertrand Russell, logico operoso. Sì invece a
Montaigne, per essere uno stile di vita, e a Savinio, il traduttore di Luciano
e delle “Dame galanti”. Nonché al signor Keuner di Brecht: “Mettersi a riposo è
un lavoro, e deve riuscire”.
Il riposo va ordinato.
L’ozio, ha stabilito Friedrich Schlegel, è il fine di una vera
vita romantica - non la fine? Ma è pure un fatto. Un santo Farniente si
festeggia alla Napoule, tra Cannes e Fréjus, a Pasquetta, per sette giorni.
Lafargue, che fondò dopo le nozze con la figlia di Marx prediletta il partito
Operaio francese, deve la fama a un “Elogio dell’ozio”. Una santa Farniente era
all’epoca un’immagine di Èpinal, sdraiata sul letto a celebrare l’ozio, che,
col sonno, dà la felicità. A Roma era “tempo donato allo spirito”.
Ford ha inventato il lavoro a orario e la civiltà dei consumi, per
poter dire che il capitalismo è ozio e non sfruttamento. Mentre estendeva la
fatica al tempo libero, e moltiplicava il lavoro, per moltiplicare i guadagni,
suoi e degli altri - i consumi sono l’arma surrettizia contro l’onesto
sindacalismo, che voleva far lavorare di meno.
È appropriazione
del tempo. Per questo può generare angoscia, fra gli anziani e i giovani, per
l’incapacità di sostituire al tempo obbligato un tempo libero.
Progresso – L’idea di
progresso “la si è creduta associata alla concezione scientifica del mondo,
mentre la scienza le è contraria esattamente come la filosofia autentica”. La
quale “insegna, con Platone, che l’imperfetto non può produrre qualcosa di
perfetto né il meno buono qualcosa di migliore” – Simone Weil, “I Catari e la
civiltà mediterranea”. Cancellando desiderio, ambizione, Prometeo, progetto,
proponimento, o in una parola, la speranza? Simon Weil può essere stata
influenzata dall’epoca, il 1940-4, della sconfitta e la minaccia. Ma si spiega
con una singolare negazione: “Ciò che è migliore di noi non possiamo trovarlo
nel futuro. Il futuro è vuoto, e la nostra immaginazione lo riempie.” Che è il
progresso. Anche se “la perfezione che noi immaginiamo” non può che essere “a
nostra misura”, e quindi “è altrettanto imperfetta che noi stessi”.
Ragione – È multipla,
come la verità. Adattabile anche – oggi questo, domani l’opposto.
Circostanziale.
Socrate – Cinico più che
scettico, sparito per questo? Irridente più che ragionativo. Sarà più ragionativo
(umano) il Gesù dei Vangeli, non impassibile (intoccato) di fronte al male – al
male e poi al dolore. Della verità e la vita mal sopportate invece dai cinici,
con senso di trionfo.
Storia – Si può vedere
come una macina, del bene e della verità. Se il cammino dell’uomo è sulla via
della verità e del bene, la storia provvede a sparigliare sempre le carte – o a
depurarle?
Hegel,
che tutto fa storia, la negherebbe, se, come vuole, “ciò che è razionale è
reale, e ciò che è reale è razionale”. Da mo’ che sarebbe finita.
“L’umanità
corre eternamente nella sua storia per la stessa ragione per cui corre un uomo
su un suolo cosparso di carboni ardenti”, G. Rensi, “Autobiografia di un
intellettuale”.
Aggredirla
è normale, ammesso che sia la strada della virtù, e sondarla pure. Rensi, ib.,
per dimostrare che la storia è dell’assurdo, elenca una serie non eccezionale,
e tuttavia effettiva, di “moti o tendenze anomale, dementi, viziose, dannose…
sicure del trionfo” dove e quando irrompono: “Il dionisismo, le altre ondate
selvagge di fanatismo religioso, l’anarchismo, il bolscevismo e altri moti
affini, o in altro campo il tabagismo e il cocainismo”.
Verità - È, sarebbe, figurativamente
un punto unico. Come lo raffigura Rensi, “La mia filosofia (Lo scetticismo)”:
“Un punto unico, centrico, esattamente come il centro del bersaglio,
matematicamente inesteso, vale a dire che non lascia luogo a latitudine, scarti
e deviazioni”.
zeulig@antiit.eu
1 commento:
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