“Come
conquistare menti, cuore, vittorie” è il sottotiolo: un omaggio inglese, come
suona meglio nel titolo originale, “Quiet leadership”. Tutto giocato sul
carisma di Ancelotti, definito “uno dei più grandi manager di tutti i tempi”.
Sulla base di una filosofia “collaborativa”, o del gioco di squadra: “Un
leader non dovrebbe mai aver bisogno di usare il pugno di ferro. L’autorità
dovrebbe essere il risultato della stima e della fiducia”.
Un anno dopo Ancelotti subirà il licenziamento al Bayern per
non aver saputo gestire la squadra. La lettura
oggi è quindi un po’ controcorrente. Ma
un episodio non fa stato. Ad
Ancelotti si fa credito non solo di aver vinto cinque Champions League, un
record, ma di aver saputo gestire fuoriclasse di peso e capriccio, Beckham,
Ibrahimovic, Cristiano Ronaldo.
Scritto da
un esperto di management, Chris Brady, con l’aiuto di un collaboratore. Mike
Forde, il memoir si fa leggere per l’aneddotica. Di casi
celebri, personaggi, metodi, giusti e sbagliati, trionfi e tonfi. Ma anche la
filosofia di gestione è bene argomentata; una squadra di calcio è un’azienda sui
generis, bisogna far giocare insieme venti-trenta primattori, e senza week-end
per recuperare energie e sbollire gli errori.
Carlo
Ancelotti, Il leader calmo, Rizzoli,
pp. 339 € 18
Quiet leadership, Penguin , pp. 336 €
11,50
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