domenica 17 dicembre 2017

Il furibondo amore tarantino di Alda

Il giornalista tarantino Silvano Trevisani, già autore di “Michele Pierri e Alda Merini. Cronaca di un
amore sconosciuto”, porta altre pezze d’appoggio alla sua storia. La storia di un amore epistolare
-telefonico col poeta tarantino e primario dell’ospedale cittadino Marino Pierri, “medico dei
poveri”, napoletano di origine, allievo di Sabatino Moscati, che Alda Merini coltivò con passione
nell’ultima fase della malattia del marito Carniti, e poi, vedova, volle a tutti i costi trasformare
sposare, lei cinquantenne, non ancora appesantita come si suole vederla in imagine, lui restio
ottantenne.
Sono lettere e versi di urgenti richieste d’aiuto, di dichiarazioni d’amore, di riconoscenza, che Alda Merini infelice a Milano, prima e dopo il matrimonio, ha indirizzato a Pierri, ad alcuni dei dieci figli Pierri, al sindaco di Taranto, per richiedere la cittadinanza onoraria (“ved. Carniti, zia del sindacalista Pierre Carniti”), a Giulio De Mitri prima di tutti, il pittore tarantino che con Pierri la tirò fuori dall’oblio dopo i quindici anni d’internamento milanese, a Franco Clary, altro artista tarantino, al poeta operaio tarantino Pasquale Pinto, e a Giacinto Spagnoletti, il tarantino illustre che l’aveva scoperta poetessa di grandi doti in giovanissima età. Insieme con due poesie in morte di Betocchi, cui l’avevano avvicinata  Pierri e gli altri amici di Taranto.
Una rivednicazione, del buon nome dei Pierri e della città, contro i falsi miti fabbricati dalla stessa
Merini, e dai suoi frequentatori milanesi. Ma di garbo, e con indicazioni precise, ora
 imprescindibili, degli itinerari di Alda Merini. Con una curiosa, nuova sfaccettatura della sua
personalità: il gusto per il pastiche linguistico. Nove calembour in finto milanese, in forma
epigrammatica (che Alberto Casiraghy volge in italiano) arricchiscono la raccolta “tarantina”: dalla
beffa del Nobel alla smania milanese del rinnovamento – “A Milan trann via persin I vecc\ cum se
fudessen stass per i cess”. Una filosofia scherzosa testimoniata anche dal finto napoletano di alcuni
indirizzi a Pierri.
Alda Merini, Furibonda cresce la notte, Manni, pp. 92 € 13

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