Islam – Una “dottrina dell’amore”: tale
lo vuole la scrittrice Karen Blixen, che ci ha convissuto in Kenya per
diciassette anni. È questo, spiega (“Ombre sull’erba, 30 segg.), il senso di “sottomissione”
(islam): “Al contrario di molte
ideologie cristiane moderne, l’islamismo non si occupa di giustificare all’uomo
le vie del Signore, il suo Sì è universale e incondizionato. L’amante non
misura il valore dell’amata secondo un metro sociale o morale”. Né c’è
passività nell’acquiescenza: “Gli europei definiscono fatalismo la visione
maomettana della vita. Io non penso che i seguaci del Profeta vedano gli
avvenimenti della vita come predestinati e di conseguenza inevitabili: non
hanno paura perché hanno la certezza che la cosa che succede è la migliore”.
Mar Nero – Non lo è
propriamente. Il nome è la traduzione del turco Karadeniz, che è di mare scuro
più che nero, per le frequenti tempeste che i venti della riva Nord vi agitano.
Per i greci è al contrario Ponto Eusino, “mare ospitale”.
Pinsk – Una città ebraica cancellata dal Terzo Reich. Allora polacca,
oggi è bielorussa: una città di 130 mila abitanti, al centro delle paludi del
Pryp’jat, a sud-ovest di Minsk. Ignorata, almeno fino allo scoppio della
seconda guerra mondiale. E ignorante, isolata. All’occupazione tedesca, nel
1939, ignoravano l’esistenza del cavallo e l’uso della scala. Ignoravano anche
la guerra che si era combattuta tra il 1914 e il 1917 attorno alle loro
capanne.
Polonia – È nella storia vittima dei
popoli germanici e della Russia. Ma non è la prima volta che la Polonia fa
saltare alleanze e combinazioni di cui ha profittato e potrebbe ancora
profittare - come oggi con l’Unione Europea, in Ucraina e nella normativa
giudiziaria. Nel 1919-21, dubito dopo la ricostituzione a Stato indipendente
con le frontiere storiche, lanciava il disegno di una Grande Polonia. Fu in
guerra con la Lituania, di cui occupò la capitale Vilnius, e con la nascente Unione
Sovietica. Avendo occupato e annesso larghe parti della Bielorussia e dell’Ucraina.
Dopo avere nominato primo ministro e ministro degli Esteri un pianista, Paderewski
. Per un solo motivo: che Paderewsky era un polacco d’America, e quindi si presumeva
potesse farsi forte alla conferenza di pace a Versailles del sostegno del presidente
americano Wilson.
Un altro polacco d’America la Polonia ha eletto
primo ministro nel 2007, per due mandati, Donald Tusk. Poi proposta alla
presidenza della Une.
Somali – I somali erano noti già
negli anni 1910 a Karen Blixen, la scrittrice danese emigrata in Africa- solo
in Italia saranno rimasti sconosciuti? Che ne scrisse nel 1961, in ricordo del
suo maggiordomo Farah, nel racconto omonimo in “Ombre sull’erba”: “Vivevano in
Kenya moltissimi somali. Avevano un’intelligenza e una cultura nettamente
superiori a quelle degli indigeni. Erano di sangue arabo e si consideravano di pura razza araba, in
certi casi addirittura discendenti del
Profeta. Nell’insieme avevano un’alta opinione di sé. Erano tutti maomettani
fanatici”.
E ancora: “Si slanciano impetuosi, questi
guerrieri delle grandi fantasie,
incontro alla volontà di Dio – alla sua adorabile volontà…. Sono una
comunità di uomini che dicono sempre di sì, innamorati del pericolo, della
morte, e di Dio”.
Tribù La biologia delle razze ha avuto l’effetto
non di dislocare il tribalismo ma di assodarlo. “La questione etnica domina
tutti gli altri problemi della storia, ne detiene la chiave”, diceva il conte Gobineau.
Anche Tocqueville, che criticò il conte, suo giovane segretario, non credeva
all’assimilazione e propendeva per lo sviluppo separato delle civiltà. Come un
alluvione che rifacesse il paesaggio, raccogliendo gli oggetti in ammassi
affini, i tronchi d’albero coi tronchi d’albero, le capre con le capre, e i
sassi in montagnole. Così fu in Italia con le invasioni e i riassestamenti, per
mille e cinquecento anni prima che i vecchi nuclei disgiunti della provincia
romana si rimettessero assieme.
Richiamo del sangue? Improbabile, la
fisiologia dice che un individuo si rigenera più volte nella vita, immaginarsi
una società nei secoli. Richiamo della terra? È possibile, anche se ricorda la
geopolitica e Hitler. Fatto sta che non si fanno affari in Africa e non si
governa se non per clan e tribù. La lingua è tribale, le iniziazioni, i segreti,
la tribù è vena viva, si attiva in ogni circostanza:
La tradizione è, in filologia, o traduzione o
copia. Ma
la
tradizione è la novità dell’Africa. E dell’Europa,
a essere sinceri: proprio
perché il filo della tradizione è tagliato, si riscopre il passato
- ogni essere vivente è anche un fossile, argomenta Jacques Monod.
L’autoaffermazione
del popolo tedesco non è isolata: ogni azione di difesa è aggressiva, e perfino
distruttiva. Ma non si possono cassare le tribù africane, per quanto piccole,
per marginalità, insussistenza, sovrastruttura e insomma irrilevanza.
Il razzismo
è scandaloso. È scandaloso l’apartheid, o sviluppo separato, ma non del
tutto. È scandaloso in quanto discrimina. Ma il tribalismo è un fatto. Agli
onori ancora nel diritto internazionale, che divide i popoli in base a
ideologie, due Irlande, due Coree, due Cine - tra poco due Usa, ne hanno sempre
la tentazione.
La
partizione per credo religioso e politico, invece che biologica, ha una
connotazione diminutiva, derivata dalla razionalità puritana: il bene è diviso
dal male. Insomma dalla mentalità del ghetto, che si estenderà al sociale con
la divisione in classi. Ma il cosmopolitismo non è più naturale del tribalismo,
l’assimilazione culturale non migliore della tradizione.
La
varietà culturale salva la pedagogia, per l’ovvia esigenza di non traumatizzare
l’infante e svilupparne le potenzialità. E migliora l’integrazione sociale - i marranos,
porci giovani, non sono mai stati sudditi leali - e lo sviluppo economico.
L’America ha tenuto in vita, più a lungo, più dettagliato, con danni minori che
in qualsiasi altro luogo o epoca, e anzi produttivamente, un sistema di
separazione etnica minuta e rigida, tra bianchi e neri, tra anglofoni e latini,
germanici, slavi, e tra anglofoni d’Inghilterra e d’Irlanda, tra ebrei
orientali, o sefarditi o di Babilonia, e ebrei occidentali, o ashkenaziti o di
Gerusalemme.
astolfo@antiit.eu
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