venerdì 22 dicembre 2017

Il mondo com'è (328)

astolfo

Islam – Una “dottrina dell’amore”: tale lo vuole la scrittrice Karen Blixen, che ci ha convissuto in Kenya per diciassette anni. È questo, spiega (“Ombre sull’erba, 30 segg.), il senso di “sottomissione” (islam): “Al contrario di molte ideologie cristiane moderne, l’islamismo non si occupa di giustificare all’uomo le vie del Signore, il suo Sì è universale e incondizionato. L’amante non misura il valore dell’amata secondo un metro sociale o morale”. Né c’è passività nell’acquiescenza: “Gli europei definiscono fatalismo la visione maomettana della vita. Io non penso che i seguaci del Profeta vedano gli avvenimenti della vita come predestinati e di conseguenza inevitabili: non hanno paura perché hanno la certezza che la cosa che succede è la migliore”.

Mar Nero – Non lo è propriamente. Il nome è la traduzione del turco Karadeniz, che è di mare scuro più che nero, per le frequenti tempeste che i venti della riva Nord vi agitano. Per i greci è al contrario Ponto Eusino, “mare ospitale”.

Pinsk Una città ebraica cancellata dal Terzo Reich. Allora polacca, oggi è bielorussa: una città di 130 mila abitanti, al centro delle paludi del Pryp’jat, a sud-ovest di Minsk. Ignorata, almeno fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. E ignorante, isolata. All’occupazione tedesca, nel 1939, ignoravano l’esistenza del cavallo e l’uso della scala. Ignoravano anche la guerra che si era combattuta tra il 1914 e il 1917 attorno alle loro capanne.

Polonia – È nella storia vittima dei popoli germanici e della Russia. Ma non è la prima volta che la Polonia fa saltare alleanze e combinazioni di cui ha profittato e potrebbe ancora profittare - come oggi con l’Unione Europea, in Ucraina e nella normativa giudiziaria. Nel 1919-21, dubito dopo la ricostituzione a Stato indipendente con le frontiere storiche, lanciava il disegno di una Grande Polonia. Fu in guerra con la Lituania, di cui occupò la capitale Vilnius, e con la nascente Unione Sovietica. Avendo occupato e annesso larghe parti della Bielorussia e dell’Ucraina. Dopo avere nominato primo ministro e ministro degli Esteri un pianista, Paderewski . Per un solo motivo: che Paderewsky era un polacco d’America, e quindi si presumeva potesse farsi forte alla conferenza di pace a Versailles del sostegno del presidente americano Wilson.
Un altro polacco d’America la Polonia ha eletto primo ministro nel 2007, per due mandati, Donald Tusk. Poi proposta alla presidenza della Une. 

Somali – I somali erano noti già negli anni 1910 a Karen Blixen, la scrittrice danese emigrata in Africa- solo in Italia saranno rimasti sconosciuti? Che ne scrisse nel 1961, in ricordo del suo maggiordomo Farah, nel racconto omonimo in “Ombre sull’erba”: “Vivevano in Kenya moltissimi somali. Avevano un’intelligenza e una cultura nettamente superiori a quelle degli indigeni. Erano di sangue arabo  e si consideravano di pura razza araba, in certi casi addirittura discendenti  del Profeta. Nell’insieme avevano un’alta opinione di sé. Erano tutti maomettani fanatici”.
E ancora: “Si slanciano impetuosi, questi guerrieri delle grandi fantasie,  incontro alla volontà di Dio – alla sua adorabile volontà…. Sono una comunità di uomini che dicono sempre di sì, innamorati del pericolo, della morte, e di Dio”.

Tribù La biologia delle razze ha avuto l’effetto non di dislocare il tribalismo ma di assodarlo. “La questione etnica domina tutti gli altri problemi della storia, ne detiene la chiave”, diceva il conte Gobineau. Anche Tocqueville, che criticò il conte, suo giovane segretario, non credeva all’assimilazione e propendeva per lo sviluppo separato delle civiltà. Come un alluvione che rifacesse il paesaggio, raccogliendo gli oggetti in ammassi affini, i tronchi d’albero coi tronchi d’albero, le capre con le capre, e i sassi in montagnole. Così fu in Italia con le invasioni e i riassestamenti, per mille e cinquecento anni prima che i vecchi nuclei disgiunti della provincia romana si rimettessero assieme.
Richiamo del sangue? Improbabile, la fisiologia dice che un individuo si rigenera più volte nella vita, immaginarsi una società nei secoli. Richiamo della terra? È possibile, anche se ricorda la geopolitica e Hitler. Fatto sta che non si fanno affari in Africa e non si governa se non per clan e tribù. La lingua è tribale, le iniziazioni, i segreti, la tribù è vena viva, si attiva in ogni circostanza:

La tradizione è, in filologia, o traduzione o copia. Ma la tradizione è la novità dell’Africa. E dell’Europa, a essere sinceri: proprio perché il filo della tradizione è tagliato, si riscopre il passato - ogni essere vivente è anche un fossile, argomenta Jacques Monod.
L’autoaffermazione del popolo tedesco non è isolata: ogni azione di difesa è aggressiva, e perfino distruttiva. Ma non si possono cassare le tribù africane, per quanto piccole, per marginalità, insussistenza, sovrastruttura e insomma irrilevanza.
Il razzismo è scandaloso. È scandaloso l’apartheid, o sviluppo separato, ma non del tutto. È scandaloso in quanto discrimina. Ma il tribalismo è un fatto. Agli onori ancora nel diritto internazionale, che divide i popoli in base a ideologie, due Irlande, due Coree, due Cine - tra poco due Usa, ne hanno sempre la tentazione.
La partizione per credo religioso e politico, invece che biologica, ha una connotazione diminutiva, derivata dalla razionalità puritana: il bene è diviso dal male. Insomma dalla mentalità del ghetto, che si estenderà al sociale con la divisione in classi. Ma il cosmopolitismo non è più naturale del tribalismo, l’assimilazione culturale non migliore della tradizione.

La varietà culturale salva la pedagogia, per l’ovvia esigenza di non traumatizzare l’infante e svilupparne le potenzialità. E migliora l’integrazione sociale - i marranos, porci giovani, non sono mai stati sudditi leali - e lo sviluppo economico. L’America ha tenuto in vita, più a lungo, più dettagliato, con danni minori che in qualsiasi altro luogo o epoca, e anzi produttivamente, un sistema di separazione etnica minuta e rigida, tra bianchi e neri, tra anglofoni e latini, germanici, slavi, e tra anglofoni d’Inghilterra e d’Irlanda, tra ebrei orientali, o sefarditi o di Babilonia, e ebrei occidentali, o ashkenaziti o di Gerusalemme.

astolfo@antiit.eu

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