martedì 12 dicembre 2017

La chiesa si ritira nel sociale – una onlus

È il primo “Discorso alla città” del nuovo arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Per le festa di sant’Ambrogio il 7 dicembre, il giorno dell’orgoglio milanese, con la Scala e tutto.
Delpini, scrittore amabile di aneddotica parrocchiale, si tiene basso, come il papa argentino che lo ha voluto a capo della chiesa ambrosiana – non l’uomo di dottrina e autorevolezza ma il pastore di anime. “Voglio fare l’elogio dei sindaci”, dice. “Voglio fare l’elogio delle forze dell’ordine”. “Voglio fare l’elogio degli insegnanti e dei dirigenti scolastici e del personale della scuola”. “Voglio fare l’elogio degli operatori nei presìdi sanitari e nei servizi sociosanitari domiciliari (come l’assistenza domestica, l’assistenza domiciliare integrata e le cure palliative a casa), dei vigili del fuoco, della protezione civile, delle istituzioni presenti nei diversi territori....”. E in generale fa “l’elogio delle istituzioni contro il rancore”: “gli assistenti sociali, i custodi sociali e sociosanitari, i giudici di pace, i soldati dell’operazione strade sicure, gli operatori che presidiano le vie e gli angoli della città, assistendo i clochards del giorno e della notte…”. Nonché le onlus, “le tante associazioni e strutture cooperative che creano una rete di attenzione e solidarietà spesso poco notata ma essenziale nel creare coesione e nel dare spessore alla trama dei legami....”.
Sociologia spicciola, debole, dell’ovvio. Per “un’arte del buon vicinato” si direbbe programma minimo.  Ambizioso, collegandosi alla figura di Ambrogio, e molto elogiato. Ma più per l’approccio pubblico che il neo arcivescovo ha voluto imprimere alla sua omelia. Ambrogio è lontano, un’altra chiesa. “Se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?” ne è la sintesi in copertina. Debole sintatticamente e fattualmente. Di una chiesa non più maestra, se non del vivere civile, come ogni buona associazione. Che peraltro confina nell’accoglienza ai migranti, un fatto mediatico. Una chiesa reggimoccolo, raccattapalle. La proposta si richiama alla chiesa come comunità dei fedeli, ma quanto lontana da un vero spirito comunitario: remissiva, residuale.
Mario Delpini, Per un’arte del buon vicinato, Centro Ambrosiano, pp. 32 € 2

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