Si fanno acqusiti sempre
megamiliardari, specie di asset digitali, ora comprensivi dell’intelligenza
artificiale, e persino di “contenuti” – si comprano film e telefilm, vecchi, di
magazzino, per miliardi di dollari. Wall Street naviga a altezze mai viste.
S’inventano anche monete false per alimentare il gioco della speculazione – la
speculazione non è una scommessa, è il gioco delle tre carte, per i merli – e
si quotano in Borsa. La bolla del 2007 non è ancora smaltita, che la strana
voglia americana è all’opera per nuovi guasti.
Non
è la sola bolla, si guarda agli Usa come se fossero in navigazione senza
gravità, leggeri e ingovernabili. Una ricchissima industria delle
ecocompatibilità, costosissima per gli utenti e le casse pubbliche, impongono
via aruspici di Madison Avenue. Corredata di protocolli e accordi che salverano
l’ambiente, il mondo, e l’anima. Mentre comprano meno macchine e più suv, più
di uno a famiglia, ogni anno molti di più, e anche pick-up, e bruciano gli
scisti bituminosi per farne benzina, veleno concentrato.
Si naviga imbozzolati in media non si
capisce se furbi o sconsiderati. Tra statistiche
del tipo: più di un terzo delle studentesse delle superiori ha sofferto abusi
fisici o verbali - tipo: uno spintone, un
vaffa? Si fa la caccia all’uomo che abbia sedotto e abbandonato qualche
donna. Ma dopo un certo Weinstein non ne trovano più. Mentre a Hollywood si sa
che tutte la davano, e la danno, anche per una particina. E non è femminismo,
fanno questa caccia anche gli uomini.
Lo
sconforto è grande che non si trovino donne presentabili che accusino Trump. Il
quale vive alla Casa Bianca, quindi ormai da un anno, come in una casa perduta
nella foresta, un rifugio di alta montagna, un atollo nel Pacifico. In un paese
in cui si sa tutto di tutti, compreso il colore questa mattina delle mutande,
Trump vive come in un acquario. Nella segretezza, nella disattenzione, in cui
solo si concretizza l’universale esecrazione. Che poi universale non è, Trump è
pur sempre un presidente eletto, appena l’altro anno.
Quello
che va bene all’America va bene al mondo, e quindi viviamo tutti questa apnea.
Superficiale, stupida, distruttiva, delle stesse donne americane si penserebbe,
oltre che dei nostri risparmi, i soldi di tutti, e dell’intelligenza, anche
degli Stati Uniti, ma non si può dire: gli Usa sono pur sempre la più grande potenza
mondiale, delle mentalità, oltre che delle economie e delle armi.
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