Aneddoto - Il petit fait vrai di Stendhal, più che il personaggione centrale,
Barthes dice che “fa sentire il reale” – il Barthes delle “Mitologie”
quotidiane: il dettaglio che fa l’emozione.
Cortazàr
– Dimenticato,
ma aveva con “Rayuela” il racconto che si racconta da sé: ritagli di giornali,
pezzi di diario, di note di servizio…., il collage.
Dante
– La sua poesia
come canto “entêtant” ha lo storico medievista Bouchardon, “Léonard et
Machiavel”: avvincente, stordente.
Fu orientalista? Non poteva,
quello che si sapeva ai suoi anni dell’Oriente lo sapevano, anche bene,
diffusamente, i francescani, ma non circolava: non ne scrivevano, non lo hanno
documentato. Qualcosa però sapeva, della mistica orientale, e in qualche modo del
Budda. Prendendo lo spunto dal viaggio del papa in Birmania, per incontrare i
monaci buddisti, Silvia Ronchey porta nuova luce (“Buddha, Dante e il segreto
di Francesco”, “la Repubblica” di giovedì 30) sul passo oscuro del canto XI del “Paradiso”, dove Dante fa rimare
“frange” e “piange” con Gange”, per dire di san Francesco: “Nacque al mondo un
sole,\ come fa questo talvolta di Gange”. Un altro sole essendo l’innominato
Budda, chi altri? Dante non ignorante di mistica orientale è ipotesi non peregrina,
opina la studiosa.
Docufiction – Capuana la anticipava nel 1882.nei “Saggi di letteratura
contemporanea. Seconda serie”, a proposito della biografia di Gavarni a opera dei
fratelli Goncourt: “Si legge con l’avidità di un romanzo: forse è un primo
saggio di quello che sarà il romanzo futuro: un semplice studio biografico
fatto su documenti intimissimi”.
Giallo – È genere semplificatore, nell’intrigo
che pure il genere pretende. Alleggerisce, e non accresce, l’ansia del lettore –
del lettore ansiogeno. Per il suo meccanismo cardine, di cercare la soluzione:
rispetto a ogni altro genere narrativo, fantasy compresa, il thriller ha il
vantaggio di confortare il lettore a ogni indizio che escogita, giacché ne ha
accettato in partenza il postulato:– il colpevole sarà punito - anche solo scoperto,
basta. È come un monumento che si rifinisce, non si costruisce.
Libro - L’Arnheim
di Musil i bibliotecari deliranti di Borges: la meraviglia è indotta dalla
materia più esanime.
Machiavelli – Sempre molto letto – studiato – in Francia, ma sempre lungo le
due linee, del’accettazione o del rifiuto, disegnate nel Settecento. Rousseau,
che ha letto anche i “Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio” e le “Istorie
fiorentine”, lo lega alla causa repubblicana, “Il Principe” leggendo come una parodia
del potere tirannico, o come combatterlo. Diderot invece, limitandosi al “Principe”,
l’aveva liquidato come un manuale dell’“arte d tiranneggiare”. Letture
entrambe, curiosamente, un po’ affrettate, semplicistiche.
Molière – O della
verità doppia e tripla, relativa, elusiva – anche Montaigne. Umoresca ma
malinconica. In personaggi e situazioni
in difetto e insieme nel giusto.
Punto
di vista – È o dovrebbe essere il vigile che dirige il traffico. Ma è anche
nella narrativa, come nella saggistica, più spesso il demiurgo. Sotto le vesti del “conduttore”, il Pippobaudo,
majeutico più che assertivo. Si legge come guidati per mano, in condizione fanciullesca.
Romanzo – Esige una
“willing suspension of disbelief”, una complice sospensione dell’incredulità,
oggi come ai suoi albori, con Coleridge. Quasi come la divinità, Dio.
Anche “avvenimento
inaudito realmente avvenuto”, come Goethe pretendeva con Eckermann.
Ma soprattutto è
forte del vecchio trucco della morte\resurrezione, - le reincarnazione, l’eterno
ritorno, la vita oltre la morte. La quale s’intende sempre come “vita nova”,
diversa cioè e buona.
Tolstòj – “Il più grande realista che sia mai esistito” è per Calvino -
“Natura e storia nella letteratura”, una conferenza del 1958 che ha poi ripetuto negli
anni 1960 in Italia e all’estero, negli Istituti italiani di cultura, ora in
“Una pietra sopra”. “Guerra e pace” il “libro più
pienamente realistico che sia mai stato scritto”.
letterautore@antiit.eu
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