128 sì, 9 no, 35 astenuti all’Onu sulla mozione
contro Gerusalemme capitale d’Israele. Cioè: 44 a favore di Gerusalemme
capitale d’Israele. La politica estera è del fare – è poco democristiana, o
dello struzzo.
Vila-Matas è catalano e a suo modo nazionalista,
ma degli autonomisti di oggi dice: “Hanno acceso la macchina indipendentista
per mascherare i tagli al welfare e sviare l’attenzione dalle inchieste sulla
corruzione”. Come non detto, il popolo è lo stesso entusiasta, il popolo
catalano.
Vota la Catalogna contro la Spagna, dicendosi
che vota contro Franco e il franchismo. Tutto si può dire, il popolo è di fede.
La Catalogna dopo la Brexit: vota il popolo
contro i suoi interessi – occupazione, investimenti, ricchezza eccetera. Vota
convinto, e non si ricrede. Non si potranno più portare quelle economiche tra
le cause delle guerre: si va al guerra perché si vuole.
Vota la Catalogna per l’indipendenza, nella disattenzione,
non è un evento. Il leghismo non impressiona più: nonché non più glamour, sa di stantio – che vorranno
questi catalani?
Giovedì è tutta colpa della Consob: f.to Milena
Gabanelli, nuova columnist del
“Corriere dela sera”. Venerdì non è vero niente: f.to un nugolo di presidenti e
dirigenti Consob. Senza replica. È finita 1-1, o 1-2? È un new-new journalism, ognuno dice la sua. Come sulla rete. Che però è
gratis. E sintetica.
“Le molestie certo esistono, ma basta dire di no”. Non è difficile, ma lo spiega Alessio Boni a Emilia Costantini sul “Corriere della sera” e la cosa finisce lì. Non abbiamo altro problema che le molestie sessuali è un undicesimo comandamento. E siamo vittime.
Un “potentissimo produttore americano” aveva
selezionato Boni all’Accademia di Arte Drammatica per farne una star a Hollywood.
Ma appena arrivato nella mecca del cinema, l’attore aveva scoperto che il
produttore, benché sposato e padre di famiglia, aveva prima voglia di altro.
Manda sotto processo Catanzaro e Avellino per
una partita truccata senza mandare le prove – raccolte, in abbondanza, dalla giustizia
ordinaria. Dopo aver perso l’appello contro l’Agnelli della Juventus che voleva
‘ndranghetista. Ma il capo della Procura federale, il prefetto Pecoraro, non fa
ammenda: qualcuno gli ha rubato le prove del processo, e Agnelli resta uno ‘ndranghetista.
Nessuno neanche gliel’ha chiesta, il
prefetto è intoccabile.
Prima Pecoraro governava Roma, e voleva
spostare la discarica di Malagrotta alla Villa Adriana a Tivoli.
O non è l’idea di giustizia sportiva che fa
acqua? Si vede dagli arbitraggi, che tra l’altro non sono punibili, per quanto
spregiudicati possano essere. O nell’atletica. Nel ciclismo. Di frodi note,
Gatlin, lo stesso Froome, che scoppiano “a babbo morto”, e sempre facendo finta
che siano casi dubbi.
I bilanci di Italia e Portogallo sono sotto
osservazione a Bruxelles. I rispettivi ministri dell’Economia cioè. Ma il
ministro italiano, presidente in petto
del’Eurogruppo, rimane al palo, la presidenza va d’autorità al ministro portoghese.
D’autorità della Germania, e questo è tutto.
Centeno, il presidente dell’Eurogruppo
designato dalla Germani a, è presentato come il salvatore del Portogallo. Ma
solo in Italia – solo in Italia si dice e si ripete che è “il Ronaldo della
finanza”, una battuta che sarebbe di Schaüble, che lo ha voluto. Altrove è quello che è: uno
che non ha salvato niente, è solo un puppet
di Berlino – un tempo si diceva quisling.
Sara Netanyahu chiama gli ebrei sefarditi
“marocchini” mentre lei si definisce
“europea” perché ashkenazita – “l’Espresso”. C’è sempre un “ebreo” “più ebreo”
degli altri.
Dall’1 gennaio multe fino a 50 milioni in
Germania ai social network (Facebook, Twitter, Instagram e YouTibe) che non
rimuovono entro 24 ore i contenuti illegali (violenti, diffamatori, di falsificazione,
di violazione della privacy tramite
foto, di incitamento al crimine). Al costo di 50 dipendenti pubblici addetti al
controllo. Troppo semplice?
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