I
militari italiani ancora non sono sbarcati in Niger che le foto delle “missioni
umanitarie” invadono i giornali – il primo giorno sotto forma di belle profughe
eritree. Essere profughe eritree in Niger è come per un italiano trovarsi in
Brasile per andare in Nord America. Con la differenza che l’Africa è più
difficile da traversare dell’Atlantico.
C’è un
business umanitario?
Albinati
e Francesca D’Aloja raccontano sul “Corriere della sera” dal Niger molte storie
“classiche” dell’immigrazione. Questa è una: “Oromia è partita che aveva
tredici anni, ora ne ha venti. Ha girato l’Etiopia, il Sudan, il Libano, poi
daccapo in Etiopia, quindi Sudan, da lì in Egitto, e infine in Libia, dove l’hanno
incarcerata”.
Sette
anni di giramenti. Dumas non arretrava davanti a nulla, ma qui avrebbe avuto dei
problemi di verosimiglianza.
Il
liberiano GeorgeWeah, grande atleta e benefattore prodigo quando stava in
Europa, tornato in Africa fa l’africano. Avendo fallito due elezioni
presidenziali, ha vinto la terza scegliendosi come vice la senatrice Jewel
Howard-Taylor, ex First Lady col “boia di Monrovia”, il dittatore Charles
Taylor. E alleandosi al ballottaggio con Prince Johnson, il “signore della guerra”.
Quando
stava in Europa biasimava la politica: “Non ho mai votato. L’Africa non ha
ancora capito cos’è la democrazia”.
Degli
otto italiani fra i 500 del Bloomberg Billionaires Index, quattro hanno
residenza a Monaco o in Svizzera. Non ce ne sono altri di altra nazionalità,
non cl domicilio fiscale al fresco.
La
ricchezza è cresciuta nel mondo nel 2017 del 3,6 per cento, calcola il Fondo
Monetraio. I 500 miliardari del Bloomberg Billionaires Index l’hanno
accresciuta del 23 per cento.
“L’Espresso”
documenta, “Processo agli influencer”, una nuova attività pubblicitaria.
Efficace ma truffaldina, quella dei blogger che “si vendono” la popolarità per
promuovere surrettiziamente dei prodotti: gli influencer. Un’attività, a scorrere il settimanale, di donne. In difesa
del femminismo?
Domenica
“la Repubblica” celebra con Minniti la sconfitta dei negrieri in Libia. E la
trovata di imbarcare i migranti sugli aerei anziché sui gommoni, evitando le
traversate micidiali, e portando i migranti pro quota anche nei paesi Ue che
fanno finta di non aver preso l’impegno all’accoglienza. Mentre “l’Espresso”,
che esce a panino con “la Repubblica”, apre sul “Ritorno all’inferno”: “Gli
effetti degli accordi con la Libia. La pagina più buia dell’Italia nel 2017”.
La verità è doppia?
Patetico
Doveri, nomen omen?, l’arbitro di
Sassuolo-Inter, che dà un recupero interminabile di 5’, senza ragione, e poi lo
prolunga di altri 2. Patetico perché voleva far pareggiare l’Inter, ma il
recupero lo ha giocato solo il Sassuolo – gli interisti spompati non gli saranno
grati.
I
politici Pd della Toscana e “La Nazione” celebrano”la legislatura delle grandi
opere”: nuove infrastrutture e ammodernamenti. I porti rifatti, a Piombino e
Livorno, il raddoppio della ferrovia Pistoia-Lucca, le autostrade regionali
rifatte, il raddoppio dell’Aurelia in Maremma (di una piccola parte, sulla
restante è morto da ultimo Matteoli), le autostrade per gli aeroporti, l’ospedale
di Prato… Del governo Supertuscan Renzi-con-coda-Gentiloni. Poi si dice che il
tribalismo è morto.
Stefano
Passigli scopre alla vigilia di Natale sul “Corriere della sera” che in Italia
le banche sono legate alla politica. Davvero Stefano, professore di Scienza della
Politica e senatore emerito dela Repubblica, non se n’era accorto prima? Ci
sono presidenti di banche che si sono perfino candidati – Bazoli. E altri che
lavoravano e lavorano per il Partito - non necessariamente per il (ex) Pci.
Lamenta
il papa i complotti in Vaticano, tanto piccolo in effetti ma tanto scandaloso. Però:
le sue troppe nomine avventate cos’altro sono, di gente di nessuno spessore, perfino
palesemente inadatta? Da Chaouqui al cardinale dell’Honduras Maradiaga. Un
“pauperista” come il papa, il cardinale, che ha svuotato l’università cattolica
di quel paese per investire a Londra.
Sandro
Magister s’interroga sull’“Espresso” qual è il vero papa Francesco: quello che
si abbraccia alle coppie gay, oppure quello che tuona contro la “colonizzazione
ideologica” di chi pretende di cancellare i sessi. Non è un papa che vuole
scandalizzare? Perciò deciso, pro e
contro.
La
storia di papa Francesco e del suo amico carissimo il cardinale honduregno
sembra tratta pari pari dal fogliettone video di Sorrentino, “The young Pope”:
una delle sue tante storie è questa. È la vita che imita l’arte?
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