sabato 9 dicembre 2017

Roma “macchina di dei”

Una rilettura dell’impero romano, dal 27  a.C. al 529 d.C., senza novità sostanzali, ma sì nella messa in quadro: di imperatori che si qualificavano, dopo Augusto, “Cesari”, conquistatori e legislatori. Ma non una galleria dei personaggi - Svetonio basta e avanza: “Ideologia e potere nella Roma imperiale” è il sottotiolo e il tema.
Jerphagnon, lo storico della filosofia deceduto nel 2011, allievo di Jankélévitch, specialista di sant’Agostino, già autore nel 1980 di un “Vivre et philosopher sous les Césars”, premiato dall’Accademia francese col Grand Prix du Roman, ha grandi qualità espositive, “racconta” più che romanzare, la storia delle idee.  In questa che è la sua ultima opera – prima dell’opuscolo sulla stupidità, “La sottise”, che lo promosse best-sellerfa un ripasso dell’impero come di una “formidabile macchina per fare degli dei”. Cinque secoli e mezzo analizzando di pensiero, etico e politico, per mettere in quadro l’ideologia e la pratica di un impero di così lunga durata. Nonché modello di un milennio e mezzo di storia occidentale, di dinastie e di repubbliche. Il più grade impero documentato, sotto gli occhi di tutti, e conscio di sé.
Il segreto dell’Occidente, si può dire, è nell’impero romano
Lucien Jerphagnon, Les divins Césars, Pluriel, pp. 592 € 12

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