Aborto – Quello volontario è selettivo.
Necessariamente, essendo una decisione propria. Ma lo è, di fatto, in rapporto
a molti fattori di convenienza: il tempo, il genere, la paternità, la
perfezione fisica del nascituro.
In Inghilterra, si legge, un nutrito gruppo di deputati ha
proposto di vietare in modo esplicito l’aborto selettivo in base al genere, dopo
aver scoperto che un terzo delle cliniche inglesi abortisce le bambine. Ma la
magistratura ha già dichiarato che non vuole perseguire le cliniche perché “non
è nell’interesse pubblico”. Anche molti ambienti del femminismo sarebbero di
parere opposto ai deputati: “Se la donna non è felice del sesso dei figli può
abortire: la scelta della madre va accettata fino in fondo”.
Sembra una posizione estremistica, ma non lo è, come
dimostra il caso della Cina. Dove, come è noto, la politica del figlio unico, coniugata
con la volontà ancestrale, contadina, di perpetuare la famiglia col figlio
maschio, ha portato a una eccedenza spropositata in pochi anni di uomini
rispetto alle donne. Al punto che oggi 35-40 milioni di uomini sono in sovrappiù
rispetto alle donne.
Un fatto trascurato in realtà dal femminismo del culto del
genere: in Cina si è verificata nei trent’anni del figlio unico la più
grande discriminazione di genere al mondo. Tutt’oggi, anche dopo l’allentamento
della politica demografica restrittiva, ogni 100 femmine nascono 116 maschi. Mentre la
proporzione naturale (storica) sarebbe di 103 maschi ogni 107 femmine.
L’aborto selettivo è proibito per
legge da alcuni anni in Cina. Il
governo cinese, si legge nei siti governativi, condanna la cultura tradizionale,
di origine contadina, che privilegia i maschi rispetto alle femmine. E per
legge vieta i test del sangue per conoscere il sesso del nascituro. Ha anche
deciso pene severe per chi, coppie o analisti, aggira la legge sotto questo
aspetto. Ma la Cina pullula di agenzie
che inviano gli esami del sangue all’estero. È del resto pacifico che anche per
questo, come per ogni altro divieto pubblico, un’eccezione è sempre possibile
in Cina con una bustarella.
Nelle aree rurali del resto, anche nel pieno della vigenza del figlio unico, si chiudeva un occhio per le copie che avevano avuto una femmina: potevano riprovarci.
Nelle aree rurali del resto, anche nel pieno della vigenza del figlio unico, si chiudeva un occhio per le copie che avevano avuto una femmina: potevano riprovarci.
Demografia – Resta il fattore basico della potenza? Nell’ultimo secolo
la popolazione degli Usa si è moltiplicata per tre volte e mezza. Quella della
Cina e del Giappone per tre. La Russia è rimasta pressoché invariata. All’inizio
del Novecento la Cina contava 400 milioni di abitanti, la Russia 135, gli Stati
Uniti 75, il Giappone 47..
L’impero britannico era naturalmente il più popoloso un
secolo fa.
Dote
–
In Cina è ora l’uomo che la paga alla donna, alla nubenda. Quaranta milioni di uomini più delle donne
essendo stati l’esito della politica del figlio unico. E anche una vendetta
della natura – o più semplicemente, in Cina è possibile, di una procreazione
selettiva: la “politica” familiare essendo stata finora, per millenni, quella
del figlio maschio, con la soppressione o l’abbandono delle figlie femmine. Ma
molta antropologia, su questo semplice fatto demografico, è da rivedere, del
dono e della dote.
Ebraismo - Per Herder gli
ebrei non erano da rispettare per spirito di tolleranza, ma al modo come essi
stessi si vedono e presentano, quale popolo eletto, e popolo del Libro, o della
legge, della storia. “Il problema è poli-tico”, dice Herder: c’è poco da
assimilarli o convertirli, c’è solo da riconoscere un’altra nazione, asiatica,
in Germania e in Europa. E questa è già una visione ebraica – storica,
genealogica – di presentare il fatto. Ha prevalso invece la politica
ideologica, ribattezzata ideologia: l’ideologia tedesca. Che se non è razzismo
è teologia. Come nell’ebraismo, che, dice Taubes, “è teologia politica, questa
è la sua «croce»”.
Accomuna
– accomunava - i tedeschi alle loro vittime ebree la legge del taglione, che si
suppone biblica, e comunque è ebraica. Anche per l’inconsistenza, la falsa
logica: la vendetta non ha vinto mai una guerra. L’odio di sé ebraico è alla
radice dell’antisemitismo – ne è una delle radici, “il bisogno di sentirsi
odiato per sapere che non si è commiserato”, nota Rilke di Thalmann-Wassermann.
Donde la sottile sfida tra simili, seppure non consanguinei.
Editore
puro –
“Io credo nei giornali”: così Urbano Cairo si è presentato ai nuovi dipendenti
della Rcs nel pranzo annuale che allestisce per gli auguri di fine anno ai
dipendenti. È in effetti la prima volta, dopo quarant’anni, che la Rcs (“Corriere
della sera”, “Gazzetta dello sport”, i maggiori quotidiani italiani, e periodici
di varia natura) ha un editore-editore, dai tempi dei Rizzoli: nel mezzo è
stata di proprietà della Fiat e delle banche. Cairo è del resto l’unico editore
“puro” oggi su piazza. Carlo De Benedetti, padrone della maggiore concentrazione
editoriale, L’Espresso-la Repubblica-La Stampa, è un uomo di finanza di vari
interessi, molto proiettato anche sulla politica.
È solo in Italia che i giornali
hanno sempre faticato a trovare un editore “puro”, interessato cioè al mercato
giornalistico.
Pace
- Nobel
per la pace furono, prima di Obama, che ci lascia tante guerre, Kissinger e
Theodore Roosevelt, il presidente del “bastone”.
Sono anche, insieme col presidente Wilson in quanto fautore della Lega delle
Nazioni, i soli politici fra i circa cento premiati – con Willy Brandt, e col
duo Begin-Sadat, questi per una pace vera, fra Israele e l’Egitto. Il premio è
un omaggio alla pax americana?
Romolo
Murri
Sacerdote e politico, come del resto sarà qualche anno dopo don Sturzo, fautore
dell’impegno dei cattolici in politica, contro la pratica vaticana del “non possumus”,
si candidò e fu eletto deputato nelle liste socialiste. Ma fu subito scomunicato, nel
1909.
Gozzano lo descrive durante una
vacanza in comune in montagna abbigliato in vesti muliebri: “L’on.le Murri si vestiva
con la gonna della figlia dell’albergatore e andava in altalena”. Ma fu
scomunicato perché eletto con i socialisti.
Scomuniche
–
Romolo Murri fu scomunicato nel 1909 per essersi fato eleggere alla Camera dei
deputati nelle liste socialiste. Non un prete fascista è stato scomunicato. Non
uno nazista. Nemmeno il duce della Slovacchia, mons. Jozef Tiso.
Unità
delle fedi
– Fu anticipata in tempi calamitosi dal cardinale di Sant’Anastasia Michael von
Faulhaber, quarto dei sette figli d’un fornaio e una contadina malgrado la
particella, arcivescovo di Monaco, amico del futuro papa Pacelli quand’era
nunzio a Monaco, autore nel ‘34 del libro della tolleranza “Judentum, Christentum,
Germanentum”. Un prete, poi vescovo, che riconobbe il nazismo subito e gli si
oppose, fin dal 1923, dal putsch
fallito nella birreria. La Germania è piena di bella gente che si ignora.
astolfo@antiit.eu