Anti-politica –
Quando non è una politica (ciò che oggi viene detto “populismo”: il
risentimento è già una politica), è ebetudine. Incapacità d’immedesimarsi. Di suscitare identità da una
parte, nutrire sentimenti d’appartenenza dall’altra. È l’incapacità (inutilità)
intellettuale – la sterilità: del saperne di più, della perfezione,
dell’albagia virtuistica. I capi sono maestri, ancorché cattivi.
Civiltà – Nel senso di cultura o tradizione, è
effetto dell’inbreeding più
accentuato, anche esclusivo. Si adatta all’assimilazione – l’assimilazione può
essere una delle sue forme di acquisizione – ma con difficoltà (per questo
anche l’assimilazione viene respinta).
Le
interculturazioni e altri sinonimi sono irte perché fatti politici. Forse
obbligati – scuola, sanità, residenzialità,
diritto civile e di famiglia - ma contrari alla lentezza, e alla “naturalezza”,
dell’inbreeding.
Europa - Heidegger e Freud non sono materialismo
critico, o critica superiore (intelligente) della realtà, sono il desiderio di
finirla - sono l’Europa. Che si auto compassiona, l’Europa e il desiderio di
finirla.
Felicità – È il tema prevalente, nei discorsi e
nelle rappresentazioni. Sembra anzi il sigillo della
contemporaneità: la cucina, il sesso, lo sport, lo spettacolo, il tempo libero.
Ma finisce per essere un pestare nel mortaio senza che niente ne rimanga. Un
sorta di surrogato, povero. La vecchia “salute dell’anima” non si realizza nel
“piacere dei sensi” – ammesso che ci siano, la salute, o l’anima. Non sembra:
ogni godimento è necessariamente inferiore alle attese. Più che altro, sembra
un’evocazione: perché, o felicità, non ci sei, non ti mostri, latiti? Che sa di
scongiuro: speriamo che sia la volta buona.
Gelosia – Nella generale
inappetenza – affettiva e anche sessuale – che caratterizza la contemporaneità,
è difficile argomentare la gelosia come passione. Se ne moltiplicano gli studi,
e i libri di divulgazione, ma come di un reperto, anche se a effetto: di una psicopatologia
(sentimento, ossessione, delirio) che invece è forse scomparsa. Nelle
separazioni, sempre più fredde e centrate sugli aspetti economici. E pure nei
femminicidi, opera quasi sempre di alcolisti, drogati, violenti. E anche qui
quasi sempre per il possesso, dei figli, i beni, le memoria, raramente la
gelosia. Che si può dire scomparsa con l’adulterio.
La
libertà sessuale è uno degli acquisti più pacifici. Di un pacifismo, si può
argomentare, che è una diminuzione o perdita, di una mobilitazione affettiva
e\o nervosa. Una perdita che va anche con l’ideologia dei generi, femminile e
di ogni altro tipo, e con la loro indistinzione.
Labirinto – L’immagine
che suscita è del moto (cammino) impervio e interminabile. Un’immagine del tipo
ossessivo. Ma è anche qualcosa che si costruisce: si costruisce un labirinto
per curiosità, per vezzo, per sfida. Di cui non è prigionieri in realtà, ma in
cui anzi si vaga a piacere.
Meraviglia - L’Arnheim di
Musil, i bibliotecari deliranti di Borges: la meraviglia è indotta dalla
materia più esanime. Si genera nell’eccezionale, ma allora anche in forma di
necrofilia – della polvere, dell’inutile.
In
che cosa è diversa dalla curiosità, che è invece un fattore attivo, creativo? È
un riflesso passivo, fine a se stesso. Istintuale, ma allora di natura anche culturale
– o forse tutta culturale, considerati i tempi lunghi e le stratificazioni dell’inbreeding: ci si meraviglia di ciò che
ci è sconosciuto o non considerato.
Metanarrativa
–
In uso nel senso di dessous della
narrativa. Quindi di un’aneddotica come un’altra. Ma utile nel senso di
Lyotard, della storia come verità: tutto di una certa cosa, su basi razionali.
A uso del potere, ma anche della giustizia, della conoscenza, della saggezza.
Movimento – Si preferisce a
rivoluzione, eversione, anche protesta: la sedizione come spontaneità,
la novità come frutto maturo.
Un’eredità del Sessantotto, in cui lo spontaneismo però c’era.
È francese,
sa di Heidegger. Ma il movimento è stato storicamente totalitario, fascista,
nazista, franchista – non comunista, meno che mai sovietico. Va con le masse: i
gruppi si vogliono masse.
Opinione
pubblica –
È vittima del pensiero unico, del liberismo? Una delle tante, ma la più
corriva. Per questo passiva – deviante se non inutile: sorpresa dal fenomeno
Trump che è più propriamente un fenomeno elettorale, cioè di opinione pubblica
in senso lato e più corretto, non mediatico. È per questo aggressiva tanto
quanto è superficiale. E soprattutto conformista. Alle fonti. Che non sono il
pubblico, i suoi orientamenti e i suoi interessi, quello che si chiama interesse
pubblico, ma le banche. E i diligenti referenti istituzionali delle banche: la
Federal Reserve, la Banca Centrale Europea, la Commissione di Bruxelles. Di un
liberismo distruttivo di risorse invece che creativo.
Passione – È più spesso
un modo d’essere che un atto, più o meno volontario.
Condizionato
dalla fisica: organismo, ereditarietà, morfologia (normotipo, brachitipo….), meteorologia,
stagionalità, latitudine, magari l’ora legale? Dalla cultura: scuola, letture,
feste, scongiuri?
Più
occasionale e complesso che condizionato – una passione è un sistema a n incognite, irrisolubile.
Scienza – È più
variabile o più costante? Na scienza ha bisogno di determinare costanti, è la
sua ragione d’essere. Ma non è scienza, o scoperta, senza variabili. Si può
dire la costante delle variabili….
Viaggio – Ha forma
diversa in rapporto al mezzo – la trasvolata non è un trekking. E alla distanza.
Al passaggio lungo i meridiani o lungo i paralleli – lungo i meridiani s’incontrano
mondi diversi, estremamente, lungo i paralleli simili, benché intervallati dalle
ore. Alla durata: un viaggio intercontinentale di un giorno o due non è un
viaggio turistico, anche in gruppo, o una villeggiatura. Alla velocità, del
mezzo e del tempo di durata. In ognuna di queste forme ha rilievo psichico e psicologico
diverso. È una forma più di ogni altra eteroclita. O come ogni altra? L stessa
variabilità, con altri termini, si potrebbe dire dell’antidromomania. È per
questo che il vocabolario (filosofia) ha bisogno di un resoconto (narrativa).
Vita – Passa attraverso
molteplici morti. Si dicono ferite ma più spesso sono morti. Che qualche volta,
pare in tarda età, resuscitano, ma non hanno lasciato segno, non che si veda,
come fanno le ferite – l’idea di ferita.
Col vecchio trucco della
morte\resurrezione, o della vita oltre la morte. La quale s’intende sempre come
“vita nova”, diversa cioè e buona.
zeulig@antiit.eu