Giuseppe Leuzzi
A
parte le saghe – tarde – si trova poco della gloria dei vichinghi: ciondoli,
qualche sasso, resti di barche, nessun documento, nessuna testimonianza. Il
“National Geographic” ci fa una monografia, ma le foto sono poche, tutte ricostruzioni –
ipotesi e fantasie. E tuttavia l’Europa si vuole vichinga: fallita al scoperta
dell’America, si trovano ora vichinghi dappertutto in Europa. In Scozia,
Inghilterra, Francia, Spagna, tutto l’Atantico, il Baltico naturalmente, e i
grandi fiumi. Soprattutto gli slavi si vogliono vichinghi, polacchi e russi.
Anche qui il Sud rimane fregato – il Sud dell’Europa in questo caso.
Al
largo della Scozia i pescatori si sono attrezzate per guadagnare qualche
sterlina facendo “vedere” i delfini: portano i turisti con barche veloci, con
protezioni robuste contro il freddo, in escursioni anche di ore, perché i
delfini sono pochi e rari, e si aiutano vicendevolmente via radio nella
ricerca. Attorno alle Eolie i delfini sono “troppi”, disturbano la pesca, e gli
eoliani vorrebbero sterminarli.
La
Procura della Federcalcio ha incolpato Andrea Agnelli, il figlio di Umberto, e
la dirigenza della Juventus, la squadra della famiglia Agnelli, di essere al
soldo della ‘ndrangheta. Nientedimeno. A quando la regina Elisabetta al soldo
della ‘ndrangheta?
Ma
c’è un ma. Quella della Federcalcio è una Procura molto “napoletana”. Come
ovunque dove c’è da non lavorare, un lavoro molto ambito.
“Pizzo”
significa becco, secondo Mario Puzo, “Il Padrino”: “il becco di un qualsiasi
piccolo uccello come il canarino”. Lo desume dal’espressione “fare vagnari u
pizzu”, ammollare il becco. E “mafia” fa dire in origine “rifugio”. Prima di
“diventare il nome dell’organizzazione segreta che sorse per combattere i
dominatori che avevano schiacciato il paese e la sue gente per secoli”.
E
non c’è altra mafia, “Il Padrino” fa testo.
Marcello Cimino, lo sbandato bruciato vivo a
Palermo, era anche un modesto e inventivo letterato della stessa città, col
quale è capitato di condividere, in epoche diverse, gli studi al fiorentino
istituto di Scienze Politiche “Cesare Alfiere”. Celebrato ancora in morte, nel
1990, da Michele Perriera nel libro-intervista “Marcello Cimino, vita e
morte di un comunista soave”. Ma nessuno fa cenno
all’omonimia, nessuno lo ricorda più. Palermo non ha memoria delle cose buone.
La regione speciale.
Per
più versi la Sicilia è speciale sempre. Nella salve periodica di insolenze sul
Sud, affidata questa volta a Paolo Mieli
invece che a Stella, il “Corriere della sera” ha lunedì alcuni fatti non
inesistenti.
Dei
29 mila vitalizi ai politici, oltre a metà, 16.500, sono a carico della Regione
Sicilia. Di che fare un bilancio – i vitalizi costano nel totale Italia 1,41
miliardi l’anno.
Su
23 mila forestali, 3.500 hanno condanne definitive per svariati reati, anche
per incendio doloso, qualcuno per associazione mafiosa - molti comunque per
reati contro il patrimonio, a danno di vicini, concorrenti, parenti.
I
23 mila forestali della Sicilia sono più di tutto l’arco alpino – questa è
mancata a Mieli.
La
spesa per “materiale informatico e tecnico” della regione Lombardia ha ammontato
nel 2016 a 112 mila euro, quella della regione Sicilia a 1,7 miliardi. Questa
andrebbe accertata – spendere quasi due miliardi per la cartucce delle
stampanti? - ma in qualche misura dev’essere veritiera
Il
Sud ignoto ai suoi
Nella generale esecrazione dei Borboni
da parte degli illuministi napoletani figura la scarsa o nulla conoscenza del
Regno stesso, al di fuori di Napoli. Che però era percorso, parliamo del coevo
secondo Settecento, da torme di visitatori e viaggiatori. Per lo più non
italiani, è vero. Che si “avventuravano”, oggi si pretende, come in una “natura
selvaggia”. Ma ne uscivano indenni e anzi generalmente entusiasti, sempre
arricchiti. Di esperienze e di conoscenze.
L’imprenditore agricolo, innovatore di
parecchie colture, ed economista Domenico Grimaldi, del ramo di Seminara
dell’omonima famiglia di banchieri genovesi (Seminara era stata anche proprietà
degli Spinelli), imputa ai Borboni la poca conoscenza del Regno. Ma il governo
era attivo, e anche efficiente. Si vede nelle ricostruzioni dopo i terremoti,
nell’innovazione tecnica, nell’organizzazione produttiva. Erano piuttosto gli
illuministi di Napoli a non conoscere il Regno. Grimaldi no, era uomo
d’esperienza, anche se aveva studiato a Napoli, ma i suoi compagni di studi, a
scuola da Genovesi, ed amici illuministi, Mario Pagano per esempio, Gaetano
Filangieri, Melchiorre Delfico, lo stesso Jerocades, che veniva da Tropea.
Quando la poesia
veniva dal Sud
L’industriale
e scrittore Antonio Giusti fa un ritratto, in “Memorie scompagnate”, di Roberto
Lerici, l’editore, suo amico di gioventù, “uno che si lasciava trascinare
dall’entusiasmo per i suoi autori”. Lo coglie ad attività già avviata: “Per diversi
mesi viaggiò su e giù per la Calabria solo per incontrare un vecchio poeta
sconosciuto e convincerlo a pubblicare con lui. Era Lorenzo Calogero”. Che non
era vecchio, ma la cosa è inimmaginabile oggi. A parte il fatto che non
esistono editori alla Lerici.
Tramite
Calogero, scrive ancora Giusti, Lerici “conobbe anche Pizzuto”. E fu l’apice
della sua ambizione di editore: “In quel periodo Roberto non parlava che de “La
signorina Rosina” e di “Si riparano bambole”, del colpo grosso che aveva
compiuto”. Che lo portò al fallimento.
Erano
gli Sessanta, ma di quale secolo? Oggi non sarebbe possibile, un editore
milanese non s’incapriccerebbe di un siciliano, per principio.
Il
leghismo è dei media
Savini a Napoli incontra le ostilità che ha incontrato
a Bologna, a Firenze, qualche volta anche a Roma, dove pure è di casa coi suoi
amici ex fascisti. Ma quelle di Napoli devono essere violente, brutali, da
censurare, da perseguire, con largo schieramento di opinioni. La libertà di
opinione e di parola è sacra, etc.
Non si finisce di ordinare (documentare) lo sfascio
leghista. Due tentativi, molto argomentati,
e ancora non si finisce di farne il censimento.
La fonte più perfida, pregiudiziata e fomite di
pregiudizi, è il giornalismo. Il migliore, il più grande, il più apprezzato, da
Montanelli in giù. Dei Grandi Inviati ma anche dei corrispondenti locali, proni
a recitare la lezione, del “Corriere della sera”, di “Repubblica”, dei tg
nazionali, di “Striscia la notizia”, della grande editoria. Il Sud è un luogo
paurosamente, costantemente, perversamente, di abominazioni: corruzione, ignavia,
prepotenza, violenza, maleducazione, stupidità, sporcizia.
leuzzi@antiit.eu