astolfo
Un divertissement di questo sito agli inizi del 2011, “Salviamo Al Jazira”
anticipava, in forma di raccontino
futuribile, gli eventi. L’isolamento oggi del Qatar, l’editore di Al Jazira, avrà
ragioni che non sappiamo. Ma è difficile pensare a qualcosa di diverso alla
cassa di risonanza mediatica, specie di Al Qaeda al tempo delle teste nmozzate.
Nell’anno
2017 la santa alleanza Al Qaeda-Iran ha avuto ragione della penisola arabica,
scacciandone le corrotte plutocrazie. Tutti i residenti del Qatar, quelli che
avevano l’aereo personale e anche gli altri, cercano rifugio in Occidente. Il
popolo del Qatar in fuga, mezzo milione di persone senza gli immigrati,
trecentomila senza gli sciiti iraniani che furono la quinta colonna dell’ivasore,
cinquantamila famiglie, forti dei 150 mila dollari di reddito pro capite
l’anno, un milione per ogni famiglia, partì sicuro di trovare rifugio in
Svizzera, se non in California, dove il mare è tiepido, anche lì. Ma si scoprì
che quel reddito esisteva finché esisteva il Qatar. Anzi l’emiro del Qatar.
Senza l’emiro il reddito finì nella mani dei nuovi padroni, che se ne servirono
per comprarsi in Svizzera e in California batterie multiple di missili di ogni
portata, dai venti ai 20 mila chilometri, la metà della circonferenza del globo
terrestre, che quindi fu sotto controllo ai punti cardinali, a Est e a Ovest, a
Nord e a Sud, fuori portata restando gli apici delle direzioni intermedie, ma
trascurabili, le zone vuote del pianeta, con testate di ogni tipo,
convenzionali, chimiche, nucleari, batteriologiche.
Una
crociata si apre allora, specie in Europa, per salvare al Jazira, i suoi
redattori e mezzobusti, alcuni sono leggiadre signore, appena velate, fulcro
dell’opinione pubblica negli Emirati e nell’intera penisola. Un’istituzione
esemplare, Al Jazira, che pochi titoli del suo indice online bastano a
spiegare: “Le amnesie della “Giornata della memoria”, “11 Settembre 2001,
inganno globale”, con dvd, e “Perché l’Occidente merita di morire”. Non senza
buona volontà. Nel convegno con la rivista “Rest”, sponsorizzata dal magnate
della buona coscienza George Soros, che pure sarebbe uno scampato ai lager di
Hitler, il 29 febbraio 2008 (la data non è fittizia, il 2008 è stato
bisestile), l’emittente si costrinse a un compromesso: il dissolvimento di
Israele in uno stato multiconfessionale a maggioranza islamica – l’islam del
resto una tradizione ebraica vuole protettore benevolo dell’ebraismo, in Nord
Africa, in Turchia e nel Medio Oriente, a differenza del cristianesimo in
Europa.
A
Bel Air e Pasadena, prima destinazione dei fuggiaschi, non li vogliono. Ci sono
stati casi di cannibalismo, di una vezzosa annunciatrice è stato trovato solo
il foulard: c’è un Al Qaeda americano che fa sparire i mussulmani. A Londra e
in Svizzera li prendono se hanno grossi patrimoni. I grassi emiri e i loro
figli sì, che da tempo ve li avevano depositati, uno degli ottomila figli
dell’emiro del Dubai ha dichiarato un patrimonio che è il doppio di quello di
re Carlo III. Ma i giornalisti, gli intellettuali, e le annunciatrici, benché
ricchi per i parametri mediterranei, devono accontentarsi di capitali meno
esclusive, Roma, Marbella, Skyantos. Dove è consentito alle donne, coperte dal
casto foulard, di andare a prendere il gelato al caffè, seppure voltandosi
verso il muro.
Non
se la passano male – c’è sempre chi dice che Al Jazira fosse un’invenzione
degli americani contro gli americani, una quinta colonna di battone colorate e
finocchi. Ma sono isolati, si vedono tra di loro, la protezione è una forma di
isolamento, e non si piacciono. La protezione del resto, pur impiegando i paesi
europei le loro forze migliori, si rivela in troppi casi inutile. Anche perché,
in assenza di una tv benevola, i redattori e i mezzobusti di Al Jazira
alimentano sempre il famoso sito in cui non rinunciano a diffondere la verità –
negli emirati del Golfo, benché ricchi e dissipati, la verità è sempre stata
incontrovertibile: come i servizi segreti israeliani si erano impadroniti di Al
Qaeda, e degli ayatollah, per distruggere il vero islam.
(continua)
Ben
presto il benevolo intervento europeo per salvare il pluralismo, la libertà di
opinione e Al Jazira si rivelò infruttuoso. Le Feste del 2017 e il Capodanno
del 2018 furono insanguinati nelle capitali di ripiego, attorno al
Mediterraneo, dove i combattenti della libertà del mondo arabo avevano trovato
rifugio. Definitivamente lontani dal Golfo, dove l’Alleanza Al Qaeda-Ayatollah
si era consolidata col contributo di avveduti manager cinesi, vecchi comunisti
dalla mani e il viso di biscuit ma dalla mente rapida e il cuore duro,
redattori e mezzobusti dell’emittente persero la speranza e la vita.
L’una
dopo l’altra, alcune insieme, le belle annunciatrici furono trovate morte la
mattina nel loro letto, seppure senza causa apparente. Qualche giorno più tardi
la stessa sorte toccò agli uomini. Il Qatar, il paese dove erano diventati
liberi e ricchi, era intanto stato spianato, comprese le loro ville con le
piscine e le montagne false. Negli stessi giorni alle Maldive, avamposto appena
conquistato dall’Alleanza, fu tagliato il collo agli ultimi turisti nascosti
tra le palme, quelli che erano scampati allo tsunami.
Le
polizie europee indagarono a lungo per trovare un nesso, ma non lo trovarono,
un nesso non c’era. Invece si venne a sapere che non tutti i giornalisti e i
redattori dell’emittente erano morti. A un censimento, complesso tra le polizie
dei tre paesi, risultò infine che i più militanti si erano salvati. Nel mentre
che loro stessi facevano sapere di essersi riorganizzati, seppure sempre con la
vecchia sigla del’emittente. Un regolamento di conti tra fazioni evidentemente
diverse e avverse, conclusero gli investigatori italiani. Ma nella perplessità
generale, il regolamento di conti essendo nozione residua nella Nova Europa,e
confinata all’Italia. Inoltre, non fu possibile nascondere a lungo che i morti
non erano stati trovati nel loro letto. Ovvero sì, ma in una sorta di lento
sgozzamento, che doveva avere provocato per ognuna delle vittime una serie di
convulsioni, testimoniate dalle diverse direzioni che il getto del sangue aveva
preso. Come se gli assassini, uccidendo lentamente i fratelli di Al Jazira,
avessero voluto far rivivere come un incubo, la notte, al buio, gli sgozzamenti
che essi per due decenni avevano esibito per dovere di cronaca. Con messaggio
subliminale ma forse anche in chiaro: le polizie congiunte d’Italia, Spagna e
Grecia non escludevano di ricevere anche loro i famosi video che avevano reso
l’emittente autorevole.
Se
non che l’attenzione fu presto deviata dal rapido accavallarsi di altri
imprevisti eventi. I sopravvissuti riemerso a Zurigo, benché in forma anonima,
e Londra. Dove Carlo III venne sfidato dal partito del figlio Guglielmo, che
chiedeva l’abdicazione i favore del principe ereditario, e senza attendere lo
proclamava monarca col titolo di Guglielmo V. L’insurrezione, avvenuta in
contemporanea con l’arrivo a Londra dei sopravvissuti di Al Jazira, fu messa
dai legittimisti sul conto della corruzione senza limiti di cui facevano carico
all’Alleanza Qaeda-Iran. Ma con riserva: il re di Saint-James essendo anche il
grande capo della massoneria, i legittimisti non si vollero precludere i legami
con una potenza occulta, quale essa fosse.
Ma
non fu la sola novità: altre, di ben più vaste conseguenze, erano intervenute
dall’America. E proprio dall’asse Bel Air-Pasadena che era stata la prima
scelta dei profughi politici di Al Jazira.
(continua)
(Riassunto
delle precedenti puntate: nel sommovimento che rivoluzionò il Golfo nel 2017-8,
l’Occidente si era mobilitato per salvare Al Jazira, in omaggio alla libertà di
espressione).
Non
tutta Al Jazira, si scoprì, era finita nel Sud dell’Europa, tra Roma, Marbella
e Skyantos, rifiutata dalla Los Angeles che conta. La struttura dell’emittente,
i direttori, i direttori pubblicitari, i direttori finanziari, i direttori dei
programmi, e le loro grasse mogli con le figlie avevano evitato l’infida Svizzera,
che quando sei in disgrazia ti espone alla persecuzione. Grazie al loro peso
politico e patrimoniale, da tempo influente e rispettato nell’industria
dell’immagine a Hollywood, avevano potuto occupare le magioni che da tempo
avevano acquistato in città – una parte dagli eredi dello scià, una parte dai
principi sauditi, o meglio dagli eredi degli ultimi principi finiti nella
Grande Mattanza, che si trovavano a non far niente nelle università di Berkeley
e Harvard, ma in questo modo erano rimasti in vita e ben dotati.
Questi
reduci di Al Jazira conducevano a Los Angeles vita ritirata, a Bel Air e a
Pasadena dove si erano rifugiati. Ma la vita riservata non poté durare a lungo.
Una serie ripetuta d’inconvenienti costrinse i profughi a ricorrere alle autorità
locali. Prima le donne, a una a una, poi scomparvero a gruppi di tre, uomini e
donne mescolati, poi di nuovo a uno a uno, ma con più lenta efferatezza. Perché
gli illustri profughi scomparivano nel senso che venivano uccisi, in lente
operazioni documentate istante per istante da video professionali, di mano
sicura, inquadrtire perfette, buona illuminazione. Le donne venivano scannate
nude – molte di loro purtroppo non più ben tenute, malgrado la chirurgia e le
fisioterapie. Dopo il corpo, la camera indugiava sui volti, mentre la lama
prendeva le misure del collo. Dopo il colpo di mannaia, quando la decapitazione
veniva completata coi coltelli, l’immagine dissolveva. Ma si faceva vedere il
sangue che cola, e il colpo di mano torno torno dei macellai, e si facevano
sentire i rumori, le ossa rotte, il fischio del polmone che si affloscia, i
gorgogli. Le regie delle esecuzioni erano ripetitive, modellate su tecniche
sperimentate da almeno vent’anni nelle immagini e nei tempi.
Il
fatto fu d’altra parte presto pubblico, un mercato della mattanza essendosi
creato, clandestino ma vasto. La Sunni Airdale fece il pieno, tutte le pay-tv del paese comprarono il
programma. Prodotto a costi irrisori, quasi amatoriali: su format della stessa Al Jazira
ai tempi d’oro, con personale qaedista a suo tempo addestrato alle esecuzioni,
in studi minimi, poco illuminati, con telecamera fissa, manodopera volontaria,
tempi eccezionali, mezz’ora di programma si produce in due ore, quasi in tempo
reale, senza trattamento, sceneggiatura, piani di produzione, pre-produzione,
montaggio, e con post-produzione ridotta. E fu il clou della stagione, con
ascolti sempre record, anche in ripetizione, ace di tutti i piani pubblicitari.
Il
lavoro maggiore fu da ufficio stampa: creare storie credibili attorno a ognuno
dei giustiziandi, di ognuno sottolineare almeno un a colpa anti-americana,
incastrare talvolta le singole esecuzioni quasi in un film a episodi.
L’industria dei media, non solo la pay-tv, era peraltro
partecipata dalla Sunni Bonus Fare, la finanziaria creata, col supporto
federale, dagli emiri del Golfo, che anche loro erano dovuti fuggire, ognuno
con le sue cento mogli e i mille figli, negli Stati Uniti, dove da tempo
avevano indirizzato le loro ricchezze, dopo che l’asse Qaeda-Iran aveva preso
possesso della regione.
(continua)
(Riassunto
delle precedenti puntate: nel sommovimento che rivoluzionò il Golfo nel 1917-8,
l’Occidente si era mobilitato per salvare Al Jazira, in omaggio alla libertà di
espressione, ma una serie di decapitazioni si abbatté su giornalisti e
mezzobusti dell’emittente, confluendo in una prospera industria dell’horror).
Era
l’epoca in America del Tiranno Senza Volto, che il condominio forzoso con la
Cina imperiale aveva ridotto a dimensione continentale. Il Tiranno aveva un
nome, essendo l’ultimo presidente eletto, succeduto al successore del
presidente Obama. Ma da tempo ormai immemorabile era invisibile, dacché aveva
decretato la fine delle garanzie costituzionali, e senza sede. Si favoleggiava
che stesse in volo, bersaglio mobile imprendibile per il Nemico, in grossi
aerei Stealth. Una Legione Volante composita, di Genio Distruttori,
contrattualizzati, e kamikaze locali assoldati a poco prezzo, seminava ai suoi
ordini il terrore nell’Arco della crisi mediorientale, eretto a Vallum
Occidentale, da Ras Khaimah alla Cecenia a San Pietroburgo. E di fronte
avanzato contro l’Impero Comunista di Pechino, che facendosi scudo
dell’alleanza Qaeda-Iran sterminava i regnicoli del Golfo con false accuse di
aggiotaggio, e conseguente impiccagione di massa.
A
Ovest del Vallum, nell’Europa orfana del socialismo e di ogni altro potere, la
popolazione tentava un’illusoria neutralità. Lavorando alacre giocattoli,
cotonate e computer per conto dei monopoli cinesi che controllavano il mercato
mondiale. Ma non era inattaccabile al terrore. I commandos americani del Genio
Guastatori, che si erano specializzati nella distruzione di monumenti, il Khan
Khalil, le Quaranta Colonne, la moschea degli Omayyadi a Damasco, Santa Sofia,
si applicavano a distruggere i residui ostacoli alla Difesa Totale, dal
Cremlino a San Pietro, che realizzavano con barriere elettroniche,
missilistiche, e di ferrocemento. Senza rinunciare al terrorismo di Stato: in
proprio, con i contrattualizzati, e con i kamikaze.
A
Londra il Pretendente Guglielmo V si allineò all’estrema resistenza anticinese
del Tiranno Senza Volto. I guglielmiti suoi volontari ebbero presto ragione dei
terzisti, i fautori di suo padre Carlo III. Ma trovarono le porte sbarrate alla
Legione Volante. Si applicarono allora a un accetto lavoro di commissariato,
facilitando il trasbordo dei nuovi immigranti africani vero l’East Coast, che
era anche parte del fiorente commercio della Nuova Schiavitù, volontaria. Folle
di africani affluivano in lunghe carovane dal Centro e dal Sud dell’Africa, con
ogni mezzo, molti a piedi, alla costa atlantica dell’Europa. Issandosi più in
alto possibile, a Cadice, a Lisbona, alla Coruna, da dove, col favore degli
alisei e della corrente del Golfo discendente, possenti catamarani li
trasportavano di là del’Oceano, in veloce deriva fino a Cuba, quindici o venti
gradi più a Sud, che era il cinquantunesimo Stato degli Stati Uniti. Sotto il
timone esperto dei normanni guglielmiti, volenterosi broker dei potenti cartelli
americani che gestivano, dal Texas e la California, l’analogo afflusso di
latini.
Non
per altro la Legione Volante respinse i guglielmiti se non l’inaffidabilità.
Non dimenticando che gli inglesi sono sempre stati spie e traditori. Dovendo a
un certo punto supplire ai kamikaze, la cui tecnica non si riuscì a migliorare,
malgrado ogni addestramento e il miglior oppio, mentre l’attività diventava più
febbrile, la Legione si adattò a innescare una serie nuovissima di robot da
macello, altrettanto precisi e distruttivi. Ma presto la campagna
d’informazione della Sunni Airdale, benché non ufficiale, alimentò un forte e
costante afflusso di volontari islamici, decisi a vendicare con la morte le
vittime della Headcutting Serie contro le ingerenza del fronte Qaeda-Iran e dei
suoi padroni cinesi.
(fine)