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Avventura – “Una merce molto sovrastimata” la dice Pound in un’annotazione
di “A Walk in Southern France”: “Sicuramente l’avventura è di scarso uso se non
per un autore, & un autore ha molto meglio da pretendere – pretendere, intendo, che avventure
siano capitate a John Donne”.
Croce – “La letteratura della nuova Italia”, argomenta Bruno Migliorini
nella “Storia della lingua italiana”, “non è quella di cui Croce ha fatto la
storia: la vera si apre con lui, se anche un po’ a suo dispetto”. Letteratura di prosa, drammatica e narrativa.
Gringoire – La rivista filonazista che accettava le collaborazioni di Irène
Némirovsky, benché impedita dalle leggi antisemite, ricava il nome da un
Guillem Figiera, troubadour poco
rispettabile. La sua razo (o vida, le note biografiche che venivano
premesse alle opere) lo dice: “Figlio di un sarto. Lui stesso sarto. Quando i
Francesi presero Tolosa se ne andò in Lombardia. Sapeva bene trobar e cantare, e si fece egli stesso joglar (esecutore) nelle città. Non era
uomo che sapesse comportarsi bene tra i baroni o le classi agiate, mentre era
benvenuto tra puttane e sudicione, e tra osti e tavernieri”.
Letteratura – Una lezione sulla letteratura è, bizzarramente, quella inviata
da Bob Dylan alla Fond azione Nobel, in qualità di Laureato 2016 – che la
Fondazione ha messo online. Bizzarramente in quanto si vuole musicista, e le parole
in musica valuta in quanto musica. Però. Dylan non fa teoria, ma porta
l’esempio di Shakespeare, ripetutamente. Anche di Melville, e di Omero. Ma
soprattutto di Shakespeare. Che, dice, scommetto che non se lo chiedeva: “Il
pensiero che stesse scrivendo letteratura non poteva essergli entrato in testa”,
uno indaffaratissimo con gli attori, gli impresari, il pubblico, le autorità – “Le
sue parole furono scritte per la scena. Per essere dette e non lette. Scommetterei
che la cosa più lontana dalla mente di Shakespeare era la domanda «è questo letteratura»?”
Per finire: “Ma una volta mi sono
chiesto: sono queste canzoni letteratura?”
Improvvisazione – Migliorini, “Storia della lingua italiana”, ha il “fenomeno
mostruoso” dell’improvvisazione lirica, fino a tutto l’Ottocento: “per l’astrattezza della lingua codificata…
una segreta meccanicità”.
Latino – Il latino del tardo Quattrocento lo storico della lingua
Migliorini dice “di gran lunga” più realistico e popolare della letteratura
coeva in volgare. È nel primo Cinquece ìnto che il latino è sottoposto a severa disciplina
ciceroniana e virgiliana – mentre Bembo codificava
il volgare.
Moby Dick – Una lettura eccezionale del capolavoro di Melville - più
parlato che letto - è di Dylan nella Lezione alla Fondazione Nobel da premio
Letteratura 2016. Eccitata come solo può esserne la lettura – a meno del
rifiuto: “Il suo tema (la salvezza impossibile – inutile?) e ciò che esso
implica si sarebbero fatto strada in più di una delle mie canzoni”.
Il capitano Ahab, “egomaniaco con una gamba di legno in
cerca di vendetta”, e il capitano Boomer, che a Moby ha sacrificato un braccio,
ma è contento di essere sopravvissuto: “Il libro dice come uomini diversi reagiscono
in modo diverso alla stessa esperienza”. Molto Vecchio Testamento, “allegoria
biblica”: Gabriele, Rachele, Geroboamo, Bildah, Elia. Molto paganesimo, di chi
adora figurine di cera e chi di legno, chi il fuoco: Tashtego (parodia la
resurrezione), Flask, Daggoo, Starbuck, Fleece, Stubb, Martha’s Vineyard.
Pequod è il nome di una tribù indiana. L’equipaggio è di razze diverse. Con tanti
simboli, zodiacali, religiosi, stereotipi. Il profeta pazzo. L’Ismaele di
“Chiamatemi Ismaele” che non viene da nessun posto – “Non è su nessuna carta. I
veri posti non ci sono” – tutta la vita imbarcato. Il prete pacifista
quacchero, che è in vece un affarista sanguinario.
È il racconto di una “caccia grossa”. Che finisce tra
brutti presagi.
“Tutto è mescolato. Tutti i miti: la Bibbia giudeo-cristiana,
miti hindù, leggende britanniche, San Giorgio, Perseo, Ercole – tutti sono
balenieri. La mitologia greca, il business sanguinolento di affettare una
balena. La scena finale è la lotta per la resurrezione. “Il terzo giorno, altra
allegoria”, Ahab torna all’attacco della balena, ma Moby sperona il Pequod e
l’affonda - “Ismaele sopravvive. Galleggia in mare su una bara”.
Prima, “molti fatti in questo libro, geografia, olio di
balena – buono per incoronare i re – e famiglie nobili nel business baleniero. Storia,
storia della balena, frenologia, filosofia classica, teorie pseudo-scientifiche,
giustificazione per discriminazione – tutto buttato lì, niente di esso lontanamente razionale. Highbrow, lowbrow, cacciando illusioni,
cacciando la morte, la grande balena bianca, bianca come l’orso polare, bianca
come l’uomo bianco, l’imperatore, la nemesi, la personificazione del male”.
Sottinteso: cos’è letteratura?
“Vediamo solo la superficie delle cose. Possiamo interpretare
cosa c’è sotto quando lo vediamo. I marinai si aggirano sul ponte all’ascolto
delle sirene, e pescicani e avvoltoi seguono la nave… “. Pieno anche di “frasi
poetiche da citare che non temono confronti”.
Pound – Voleva essere Dante. Appena in Europa (anche prima?), si mette
sulla traccia di Dante. Yeats dura poco, Dante è il modello. Ne ripete la Bildung, il processo di formazione,
nello studio della poesia cortese provenzale. Viaggia e vive con la “Commedia”.
Lo rifarà nei “Cantos”. Probabilmente pure l’impegno politico con Mussolini
intende dantesco, “ghibellino” – il tradimento della patria gli sfuggiva, la
patria è nozione moderna. E un bisogno lo arrovella di ripeterne le disgrazie,
col carcere e il manicomio invece dell’esilio - che comunque si impone infine,
coi vent’anni di mutismo dopo la dismissione).
Praga –Non ci sono Cechi a Praga nella letteratura tedesca di Praga. Solo
in Rilke, che se ne era andato via prestissimo, e del resto fu sempre transfrontaliero.
Pio Rajna _ Gabriele Pedullà nel racconto “Lame” lo confina tra i “nomi
buffi” dei busti del Pincio. Il ricercatore delle “Fonti dell’Orlando Furioso”
che sempre fanno testo, a livello dei suoi maestri D’Ancona e Comparetti. Anche Dante, “De
Vulgari Eloquentia” lo ha sistemato Rajna. È la filologia diventata oscura.
Anche wikipedia esclude Rajna dalla lista dei “busti principali”,
tra i 227 disseminati lungo i viali di villa Borghese. Una lista che comprende
invece Luigi Poletti, Angelo Secchi, Antonio Nibby, e Salvatore Greco dei
Chiaramonte.
Storytelling – È nato nel marketing, come
capacità di raccontare storie applicata alla vendita, per facilitare il
contato, e strappare condizioni migliori. Con tecniche specifiche, per costruire
e narrare le storie.
Toscano – Diventa lingua nazionale dopo l’Umanesimo, e da fuori Firenze,
a opera del Bembo – Bruno Migliorini, “Storia della lingua italiana”. Se il
toscano fosse stata la lingua nazionale con la “Commedia” e il “Decameron”,
argomenta Migliorini, non ci sarebbe stato l’Umanesimo.
Viaggio – Quello d’autore è sempre “un altro”. Il fatto, notorio, è
riscontrabile. Che Pound bene spiega nei “Saggi letterari”, a proposito di
Henry James, e delle sue impressioni di Angoulême mediate da Balzac, “Illusioni
perdute”: “Lo svantaggio di dare impressioni del reale invece che di posti immaginari
è che esse confliggono con le impressioni di altri. Non vedo Angoulême via
Balzac, né sento specialmente notevoli i contatti di Henry James con i posti
quando i nostri itinerari s’incrociano. La sua direi una guida abbastanza buona
per gente più magramente fornita di associazioni o percezioni”.
Con un’altra cattiveria finale: “Henry James non è proprio
profondo in associazioni antiche”, con la storia.
letterautore@antiit.eu