Giuseppe Leuzzi
Venti giornalisti sono sotto protezione,
per aver ricevuto minacce. Dodici a Roma, tre a Milano, due a Torino, uno a
Viterbo, uno a Caserta, uno a Reggio Calabria.
Diecimila sbarchi in quattro giorni
hanno solo quattro righe in prima pagina sul “Corriere della sera”. Sotto il
titolo:”Scontro politico sugli sbarchi”. La prima pagina è presa dalla festa a
Renzi, a opera di Prodi, Franceschini e Sala. Se non sbarcano a Milano, non
esistono.
L’Anas è orgogliosa
della Salerno-Reggio Calabria, che ha rifatto per conto del governo. La riclassifica A2, in promozione da A 3, e
la nomina “Autostrada del Mediterraneo”. Ma deve fare tutto da sola, come una
promozione commerciale. Con pubblicità pagate: ha tecnologie d’avanguardia,
wi-fi, telecontrollo delle gallerie, illuminazione a led, asfalto
anti-ghiaccio… Se non se ne può parlare male, meglio non parlarne.
Siccome
l’autostrada non la celebrano “la televisione” né “i giornali”, non ce n’è
traccia neppure nei medi locali, dal “Mattino” in giù.
Mai
sentito
Alassio ha un
celebrato lungomare da cui non si vede il mare.
“Banche venete. Dal governo 7 miliardi”. No,
12. Per Mps 8 miliardi. Etruria and co. 2 (3? 5?) miliardi. Se il governo
avesse speso a suo tempo qualche miliardo, di lire, per la Carical, o per il
Banco di Napoli, le querimonie sarebbero state da libro di storia.
La Pedemontana lombarda è fallita: non ha la
liquidità per completare il progetto, 1,8 miliardi, presenta un attivo
sovrastimato – i pedaggi reali sono metà del previsto – e i giudici sono
perplessi, investiti dai creditori. Ma non si può dire.
La Pedemontana figura
un “project financing”, cioè un investimento privato, per una infrastruttura in
concessione. Ma è il progetto pilota del presidente della Regione, il leghista
Maroni. È controllata dall’azienda
regionale Serravalle, presidente Di Pietro (in scadenza). È un manufatto
costosissimo, e fermo dopo mezzo secolo a 25 dei 67 km. progettati.
La Pedemontana Lombarda è cinquant’anni
di studi, consulenze, prospezioni, etc., di ingegneri, geologi, geometri,
esperti ambientali, architetti, urbanisti, e moltissimi avvocati. Un
investimento pubblico-privato in realtà: statale, regionale e privato. Da 4, poi
5, miliardi. Per 67 km., da Varese-Malpensa a Bergamo (da Cassano Magnano a
Orio Sotto). In piano. Sette milioni e mezzo a km., record mondiale di costo.
Uno scandalo, di cui però non si parla.
La Pedemontana Lombarda doveva essere
pronta per l’Expo, un anno e mezzo fa. Poi per fine 2017. Invece è ferma, e ha
realizzato solo 25 km.. Insomma, uno scandalo dei maggiori. Ma non ne sappiamo
molto.
Ventidue, o ventitré, capi d’imputazione
per l’appalto della “piastra” dell’Expo a Milano. Un appalto ragguardevole, da
1,7 miliardi - non il solo peraltro dell’Expo. Ma l’indignazione è che si siano
potute formulare queste imputazioni. Non chi ci ha mangiato, né come.
Angelo De Mattia non ha mezzi termini su
Popolare di Vicenza e Veneto Banca: “La peggiore gestione di una crisi
bancaria”. Ma lo può dire solo su formiche.net. De Mattia era collaboratore di
Fazio alla Banca d’Italia, quando i salvataggi si facevano “prima”, con la moral suasion. Fu così che i problemi
dei grandi banchi del Sud, di Roma, di Sicilia, di Napoli, si risolsero senza
allarmi e senza i costi abnormi per la collettività che ora stiamo pagando. Ma
il metodo non andava bene a “Milano”, a Unicredit, a Bazoli, che avrebbero
voluto i banchi per niente, e Fazio fu abbattuto.
La
sindrome di Uccialì
Fa un’ottima sintesi della mania del
tradimento al Sud Carlo Ossola in visita a Otranto come inviato speciale del
“Sole 24 Ore” domenica 18 giugno. Con una conclusione generosa: “La storia non
ha una sola direzione: il terribile Ulu Alì, o Uccialì, o Occhiali, alias
Giovanni Dionigi Galeni (Le Castella, Calabria, 1519 – Istanbul 1587),
catturato dai corsari, si convertì all’islam, divenne pascià di Tripoli,
governatore di Algeri, e temuto signore del Mediterraneo (scorrerie sino a Taggia
e Roccabruna, e la Corsica); protagonista infine della battaglia di Lepanto ove
tenne testa a don Giovanni d’Austria (come ricorda anche Cervantes nel Don Chisciotte);
eppure nel crotonese e nel Salento lo si ricorda con un monumento e lapidi”.
Un altro emigrato, si può dire di
successo, benché con la violenza, sarebbe stato un giovane Galeni qualsiasi al
suo paese. Ma la conclusione dell’illustre filologo è generosa – sembra divagare
per non dire la verità: “La si è chiamata, nei tempi moderni, «sindrome di
Stoccolma» (la vittima si sottomette all’aggressore, ammirata), ma forse
bisognerebbe più propriamente chiamarla la «sindrome di Uccialì», quel fascino
che emana da corsari, briganti, uomini di ventura, fuori da ogni legge,
castigatori e giustizieri, che hanno popolato la nostra infanzia, i fumetti, i
film di un eroismo solitario e senza terra”.
Nessun eroismo, solo succubismo. No, è
proprio la “sindrome di Stoccoma”, una sindrome popolare, rassegnata: la verità
è la dipendenza dall’esterno.
O non è una forma di sudditanza, al peggio?
Di rifiuto di sé.
Trame
“Le bandiere blu vengono acquistate dai Comuni, al costo
ogni anno di 3.500 euro. La valutazione che fa la Fee è immaginaria e non
scientifica”. Lo denuncia Andrea Dominijanni, vicepresidente di Legambiente
Calabria, al festival “Trame”, a Lamezia Terme.
La Fee, Foundation for
Environmental Education, è un’associazione non governativa e non profit, con
sede in Danimarca, che fa una valutazione dettagliata, su 25 punti, ma non
gratuita e non autonoma: la basa sull’autocertificazione dei Comuni
interessati. Da qui le spiagge sporchissime, e non per caso o accidente,
celebrate con la Bandiera Blu. Poi si dice le mafia.
“Trame” è da intendersi
le trame mafiose. Un festival delle mafie? Non esattamente: un festival di
libri sulle mafie. Alla settima edizione.
Sudismi\sadismi
A Ruoti, in provincia di Potenza, il
sindaco uscente Angelo Salinardi candida una Anna Scalise. Che non è sua
nipote, e nemmeno sua amante – è del suo partito. Ma la cosa scandalizza
“Sette”, il settimanale del “Corriere della sera”.
Lo scandalo non è Tosi, che a Verona
candida la sua compagna Bisinella. No, è Ruoti. Bisognerà cercarlo sulla carta.
Che però tanto marginale non dev’essere, se il “Corriere della sera” si vende,
pensa di vendersi, con la campagna elettorale a Ruoti.
Già che c’è, “Sette” dà una spallata
pure al sindaco di Militello Rosmarino, “alle spalle di Sant’Agata di
Militello”. Tanto odio, però, non deve essere casuale, il “Corriere della sera”
lo confida al suo Montanelli del momento, Gian Antonio Stella.
Militello Rosmarino Wikipedia dice comune di 1.324 abitanti.
leuzzi@antiit.eu