“L’Italia
fuori dai Mondiali giova o nuoce all’amore?” è il tema d’apertura che “Io Donna”
propone alle sue lettrici. Poverette. Del tema discutono due uomini.
5,6 milioni
di abbonati Rai in più col canone in bolletta elettrica, un balzo di un terzo,
da 16,5 a 22 milioni di abbonati, uno su tre non pagava. Il grosso dell’evasione
è “normale”, piccola, quotidiana, dei servizi, del lavoro.
Tale Bill Emmott,
giornalista inglese di non speciale fama, fa la prima sul “Corriere della sera”
per aver twittato: “Berlusconi può salvare l’Italia”. Controcorrente, spiega il
giornale, con quanto lo stesso fece sull’“Economist” nel fatale 2011 della
speculazione contro il debito italiano: “Berlsuconi è inadeguato a guidare l’Italia”.
Il “Times” di Londra o lo stesso “Economist” avrebbe fatto anche un semplice
breve, anche in centesima pagina, su un
commento del “Corriere della sera” contro – o pro - May?
Emmott all’“Economist”
espresse il 26 aprile 2011 il sentiment della
City? Non sarebbe un fatto grave? La copertina anti-Berlusconi come
munizionamento per la speculazione al ribasso contro il debito italiano.
Emmott fu presentato nel 2011, e dopo,
come il direttore dell’“Economist”, incarico che invece non ricopriva più da
cinque anni. Era consulente d’affari per la banca privata Fleming Family and
Partners, gestore di grandi patrimoni.
Anche
Severgnini, che subito dopo il “Berlusconi unfit” ci fece un’intervistona sul “Corriere
della sera”, presentò Emmott – “somiglia a Lenin” - come “direttore di The
Economist dal 1993”. Pur essendo, dice Severgnini di sé, “corrispondente dall’Italia
di The Economist da cinque anni”. Si diventa corrispondenti di “The Economist”
per meriti speciali, non assunti da un direttore?
Si fa gran caso, i giornali fanno grande
caso, del sacchetto da asporto da pagare. Cui chi fa la spesa, sia pure solo in
libreria, è abituato da anni. I giornalisti non fanno la spesa? Nemmeno in
libreria?
Il ministero dell’Istruzione e della Ricerca scientifica vuole i
progetti che concorrono ai Prin redatti in inglese – in italiano solo per
cavarsi la voglia: “A scelta del proponente può essere fornita anche
un’ulteriore versione n lingua italiana”. Prin sta per Progetto di ricerca di
rilevante interesse nazionale, il ministero non sa tradurlo?
Il ministero dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca ha già distrutto l’Università, e buona metà della ricerca. Ora
vuole distruggere l’italiano, per non doverlo insegnare nelle scuole? Ma non è
una cattiva idea, così ci liberiamo del ministero.
“La velocità media del traffico nelle
ore di punta a Manhattan è scesa a sei miglia l’ora, per le app sui passaggi e le
condivisioni” – “The New York Times”. Cioè si è moltiplicato l’inquinamento: dal
motore a scoppio non c’è salvezza.
Si fa una pagina sul “Corriere della sera” per chiedersi come mai una biografia di Richard Avedon, il fotografo, esca solo a quindici anni dalla morte. E come mai non contenga nulla. “Che problema c’è nel rivelare la presunta omosessualità di un personaggio pubblico ormai scomparso?” si chiede Matteo Persivale, che pure è ottimo conoscitore delle trame editoriali americane. “Rivelare” una “presunta”?
“Un centro
commerciale su quattro si prevede che chiuderà entro i prossimi cinque anni”
(“The Atlantic”). Si moltiplicano in Italia per la rendita fondiaria – la valorizzazione
dei terreni diacenti?
“Il
governo Usa non ha mai fatto un’inchiesta adeguata sulle frodi compiute” nel
crac del 2007 “per incriminare i colpevoli” – Maria Teresa Cometto, “Corriere
della sera”. C’era già Trump?
“la
Repubblica” ha una maestra di terza elementare a Pordenone che nei canti di
Natale dei bambini ha messo “Perù” al posto di “Gesù”. Non per
anticlericalismo, per rispetto ai bambini non cristiani della classe. È un caso
di culto sbagliato della diversità. E una curiosità, più che altro. Ma la
funzione pedagogica è estremamente delicata: abbandonare i bambini alla scuola,
come è ora l’uso, per otto e anche dieci ore al giorno, è pericoloso, oltre che
dannoso alla salute. La scuola può essere cattiva.
Sulla
stesso giornale Ilaria Venturi documenta come il bonus di 500 euro l’anno introdotto
due anni fa per l’aggiornamento culturale dei docenti, 381 milioni l’anno, sia
speso “soprattutto per acquistare pc, Ipad e tablet. Anche per figli e nipoti,
come regalo di Natale”.
Coi
soldi regalati (incentivi) non si produce nulla, meglio le detrazioni per
l’acquisto di libri e ingressi ai musei, l’iscrizione a corsi di aggiornamento.
Ma l’incentivo “a pioggia” è irresistibile per i politici.
Fa uno
strano effetto rivedere un film dei Weinstein, da loro prodotti o distribuiti e
portati al successo, con molti Oscar, specie quelli della Miramax. Comprensivi dei film di
Michael Moore e di Benigni. Con molti
attori (attrici) promossi per l’occasione.
Fanno
uno strano effetto le foto e lo streaming di Bersani, vincitore-perdente del
voto del 2013, che tratta il governo con i grillini. Con le terze file dei
grillini, mandati da Grillo per fare scena comica. Possibile che sia successo?