“Il
maiale è dei Casamonica” è troppo. Iperreale, fantastico, incredibile. Da
vertigine: e io chi sono, e dove sono? Siamo a Roma, ma è una città?
I
Casamonica sono reali, sono un clan che controlla gli affari dubbi della Roma
di Sud-Est. Famosi per la pacchianeria, Ferrari e ori al petto, e per l’intangibilità:
sono eterni. Il maiale pure è vero: appartiene a loro e si è avventurato fuori
da una delle loro dépendances per grufolare
tra i rifiuti. I rifiuti pure sono reali: a Roma, nella città vera e propria,
si trovano dappertutto. Ma Virginia Raggi che dice: “Il maialino”, in realtà un
po’ grande, “è come un cane, si chiama Bebé, ed è di proprietà di un membro della
famiglia Casamonica”, questo è Philp K. Dick puro, fantascienza urbana, de
noantri. Qual è il messaggio che veicola?
Lo
stesso giorno, ieri martedì 17, Virginia Raggi indica una dozzina di nuove
discariche: a Palestrina, Zagarolo, Genazzano, Castelnuovo di Porto, Villa
Adriana e altri luoghi di richiamo. E come no, subito: un’infiorata di
discariche, che finalmente convoglino i rifiuti urbani. Dopo avere annunciato che
i rifiuti li avrebbe mandati a trattare in Toscana, poi in Emilia, poi in Abruzzo.
E
poi c’è lei, Virginia Raggi, il sindaco di Roma. Che parla e si presenta come il
fantasma di se stessa, un ectoplasma. Precisa negli affari: ha privato Roma dell’Olimpiade,
un rilancio pazzesco, mentre le impone lo stadio della Roma – almeno finché il
costruttore Parnasi avrà nella manica la Procura di Roma. Non si può dire che
non abbia carattere. Ma si fa fare dai netturbini furbi, come dagli autisti dell’Atac.
Questi con le pause, quelli scorazzando con i mezzi della nettezza urbana per
intasare il traffico, raccogliendo qua e là, ogni tanto, un cassonetto a caso.
Virginia
Raggi è una novità, e bisogna essere per le novità. Virginia Raggi è la rete, e
bisogna essere per e con la rete. Ma il maialino dei Casamonica quale
narrazione innesca? La stupidità al potere no, non è una cosa seria.
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