È il discorso al conferimento del Nobel,
il 7 dicembre 1996, che comincia con la frase del titolo – assortito della
prima intervista dopo la notizia del conferimento a sorpresa del premio, al “Los
Agelese Times”. Diminutiva ma witty,
come nei suoi versi.
Difficile dirsi poeti. Brodskij, insignito
del Nobel, che si diceva poeta, le autorità sovietiche lo classificavano un “parassita”.
Anche al cinema, i poeti sono poco fotogenici, rispetto a un pittore, a un
musicista, a uno scienziato. Sì, producono immagini, ma non ne hanno l’esclusiva, chiunque può produrne.
Il poeta procede nell’ignoto, “non lo so”
è la sua divisa. È un esploratore, anche dei mondi conosciuti. È un innovatore,
seppure di parole. È uno di “un selezionato gruppo di beniamini della Fortuna”.
Wysława Szymborska, La prima frase è sempre la più difficile, Terre di mezzo, pp. 23 €
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