Nella traduzione di Claudia Sonino, molto
più scorrevole che nell’edizione canonica del romanzone, e forse anche nella
scelta degli undici pezzi inediti (redazioni che poi Musil scarterà), una strana
sensazione di vuoto emerge. Come se il vuoto che Musil voleva raccontare fosse
trasmigrato nella sua stessa narrazione.
Sonino spiega concisa e arguta che il
romanzo della vita di Musil è in realtà una serie di romanzi possibili, ovvero
di romanzi impossibili: è il romanzo dell’impossibilità del romanzo. “L’Uomo
senza qualità” come il romanzo dei romanzi, impossibile e inutile. Oppure dei
tanti romanzi possibili. Parte della “riflessione sulla narrativa”, nota
Sonino, che prolifica nel romanzo del Novecento. Al modo, si può aggiungere per
chiarire la cosa, delel arti figurative, del pittore o lo scultore che non
vuole fare arte – che vuole essere architetto, attore, artigiano (falegname
fabbro, idraulico…), lanciatore, spazzino, rottamatore, tutto piuttosto che
usare pennello, colori e scalpello.
Ma si scorre con un curioso effetto di
saturazione. Come di un voleteggiare imperturbabile sul nulla – poche cose,
pochi concetti, personaggi di cartavaelina, situazioni volatilizzate. Il
romanzo delle incertezze? No, perché si passa tra mille certezze, Musil è
pensatore ultimativo più che problematico.
Argomenti
anche un po’ – parecchio – frusti: la socialdemocrazia, il nazionalismo, essere
tedesco, l’ermafroditismo (tema ossessivo – sulla traccia di Thomas Mann?)… E agudezas. Del tipo: la musica assoluta,
“improvvisa come un arcobaleno”. O: “Non si dovrebbe voler essere distinti, si
dovrebbe voler distinguere”. E: “Il brevetto di Lindner (Nietzsche) era il
flusso cosmico e non spezzato dela volontà”. La voglia è evidente, nel romanzo
scassa-borghesia, d’épater le bourgeois.
Gli
abbozzi antologizzati si ritrovano in altra forma nella parte di romanzo che
Musil ha deciso di pubblicare, sebbene incompleto: “Lo spione”, “Il redentore”,
“La Sorella Gemella”. La raccolta termina con i “pensieri di Clarisse”. Del
tipo: “L’incesto nell’antichità è
stato espiato da Cristo”. E: “La vergogna dell’omosessualità da Nietzsche”. Sono “I pensieri di Clarisse nella pazzia”.
Ma non differenti dai “pensieri di Clarisse” o dai “pensieri Valerie” a corso
normale.
Un
romanzetto più interessante è nell’avvertenza della curatrice, “Il problema
degli inediti”. Il peregrinare delle carte di Musil. Dalla vedova Martha, che
in pien guerra pubblicava un primo gruppo di ienditi. Al figlio di Martha, dal
suo precedente matrimonio col romano Enrico Marcovaldi, il grecista Gaetano
Marcovaldi, che custodirà le carte in Italia. Alla dispersione dele stesse, in parte, a
opera dei curatori cui erano state affidate, Ernst Kaiser, Eithne Wilkins.
Robert Musil, L’uomo senza qualità. Pagine inedite
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