mercoledì 31 gennaio 2018

Il romanzo impossibile di Musil

Nella traduzione di Claudia Sonino, molto più scorrevole che nell’edizione canonica del romanzone, e forse anche nella scelta degli undici pezzi inediti (redazioni che poi Musil scarterà), una strana sensazione di vuoto emerge. Come se il vuoto che Musil voleva raccontare fosse trasmigrato nella sua stessa narrazione.
Sonino spiega concisa e arguta che il romanzo della vita di Musil è in realtà una serie di romanzi possibili, ovvero di romanzi impossibili: è il romanzo dell’impossibilità del romanzo. “L’Uomo senza qualità” come il romanzo dei romanzi, impossibile e inutile. Oppure dei tanti romanzi possibili. Parte della “riflessione sulla narrativa”, nota Sonino, che prolifica nel romanzo del Novecento. Al modo, si può aggiungere per chiarire la cosa, delel arti figurative, del pittore o lo scultore che non vuole fare arte – che vuole essere architetto, attore, artigiano (falegname fabbro, idraulico…), lanciatore, spazzino, rottamatore, tutto piuttosto che usare pennello, colori e scalpello.
Ma si scorre con un curioso effetto di saturazione. Come di un voleteggiare imperturbabile sul nulla – poche cose, pochi concetti, personaggi di cartavaelina, situazioni volatilizzate. Il romanzo delle incertezze? No, perché si passa tra mille certezze, Musil è pensatore ultimativo più che problematico.
Argomenti anche un po’ – parecchio – frusti: la socialdemocrazia, il nazionalismo, essere tedesco, l’ermafroditismo (tema ossessivo – sulla traccia di Thomas Mann?)… E agudezas. Del tipo: la musica assoluta, “improvvisa come un arcobaleno”. O: “Non si dovrebbe voler essere distinti, si dovrebbe voler distinguere”. E: “Il brevetto di Lindner (Nietzsche) era il flusso cosmico e non spezzato dela volontà”. La voglia è evidente, nel romanzo scassa-borghesia, d’épater le bourgeois.
Gli abbozzi antologizzati si ritrovano in altra forma nella parte di romanzo che Musil ha deciso di pubblicare, sebbene incompleto: “Lo spione”, “Il redentore”, “La Sorella Gemella”. La raccolta termina con i “pensieri di Clarisse”. Del tipo: “L’incesto nell’antichità è stato espiato da Cristo”. E: “La vergogna dell’omosessualità da Nietzsche”. Sono “I pensieri di Clarisse nella pazzia”. Ma non differenti dai “pensieri di Clarisse” o dai “pensieri Valerie” a corso normale.
Un romanzetto più interessante è nell’avvertenza della curatrice, “Il problema degli inediti”. Il peregrinare delle carte di Musil. Dalla vedova Martha, che in pien guerra pubblicava un primo gruppo di ienditi. Al figlio di Martha, dal suo precedente matrimonio col romano Enrico Marcovaldi, il grecista Gaetano Marcovaldi, che custodirà le carte in Italia.  Alla dispersione dele stesse, in parte, a opera dei curatori cui erano state affidate, Ernst Kaiser, Eithne Wilkins.
Robert Musil, L’uomo senza qualità. Pagine inedite

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