Una breve arringa, per dire che Andreotti
non fu assolto al processo per mafia ma la scapolò per prescrizione.
No, fu assolto – perché “il fatto non
sussiste”.
Due bugiardi? Forse vittime della sindrome
di superiorità, di un certo tipo di opinione. Una sindrome che l’equiparazione
del loro processo spettacolo a quello serio e documentato di Falcone confermerebbe.
Di una logica che però porta anche a dire: la prescrizione per una parte delle
accuse non era ignota a Caselli e Lo
Forte, i quali però hanno tirato le cose in lungo per affermare il loro assunto
senza doverlo provare. E per tenere il più a lungo possibile la scena – il processo
è durato dodici anni.
O due incapaci, ammessa la loro buona fede
(ma di uno di loro, di cui Caselli è palesemente succube, Chinnici dubitava
forte). Vogliono ribaltare tre giudizi consecutivi analoghi, se non identici,
in Tribunale, in Appello e in Cassazione. Come dire che loro soli sono
anti-mafia, gli altri giudici sono concorrenti esterni o associati.
Gianfranco Caselli-Guido Lo Forte, La verità sul processo Andreotti, Laterza,
pp. 121 € 12
Nessun commento:
Posta un commento