lunedì 29 gennaio 2018

La verità di Caselli e Lo Forte

Una breve arringa, per dire che Andreotti non fu assolto al processo per mafia ma la scapolò per prescrizione.
No, fu assolto – perché “il fatto non sussiste”.
Due bugiardi? Forse vittime della sindrome di superiorità, di un certo tipo di opinione. Una sindrome che l’equiparazione del loro processo spettacolo a quello serio e documentato di Falcone confermerebbe. Di una logica che però porta anche a dire: la prescrizione per una parte delle accuse non era ignota a  Caselli e Lo Forte, i quali però hanno tirato le cose in lungo per affermare il loro assunto senza doverlo provare. E per tenere il più a lungo possibile la scena – il processo è durato dodici anni. 
O due incapaci, ammessa la loro buona fede (ma di uno di loro, di cui Caselli è palesemente succube, Chinnici dubitava forte). Vogliono ribaltare tre giudizi consecutivi analoghi, se non identici, in Tribunale, in Appello e in Cassazione. Come dire che loro soli sono anti-mafia, gli altri giudici sono concorrenti esterni o associati.
Gianfranco Caselli-Guido Lo Forte, La verità sul processo Andreotti, Laterza, pp. 121 € 12

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