lunedì 1 gennaio 2018

L’amore è un romanzo

Uno dei primi romanzi d’amore, tra Sinonide e Rodane. Opera di un retore del II secolo, contemporaneo di Marco Aurelio, non del filosofo neopitagorico di un secolo dopo – ma siriano come il filosofo. Nella sintesi che ne ha tramandato Fozio, l’erudito e filosofo bizantino, IX secolo, che fu patriarca della cheisa ortodossa, per due volte, e vi è venerato come santo, nella sua “Bibliotheca”. Più brevi frammenti originali residui, raccolti nel lessico Suda”. Con una introduzione e un ampio commento di Roberta Sevieri, grecista a Trento, che ha curato l’edizione e la traduzione – Fozio e i frammenti sono dati in originale e in traduzione.
L’antichità greca era fertile di romanzi d’amore. Molto inventivi. L’ingrediente più innovativo di Giamblico è l’amore-morte: “La morte non è sgradevole per gli innamorati, anzi, è addirittura dolce”. L’amore è in realtà una cornice per avventure in serie: ricchezza, nobiltà, miseria estrema, api assassine, ospite cannibale, scambi di identità, e agnizioni, molte apparenti, a non finire. fantasmi, gelosie terrificanti, attentati interminabili alla virtù e alla vita dei promessi, sventati con astuzie sorprendenti, e il lieto fine. Il macabro è ingrediente essenziale: morti viventi, vendette truci  tra fratelli, femminicidio, con suicidio, un padre suicida per aver creduto la figlia morta, assassinii a ogni pagina, anche per veleno ma preferibilmente con molto sangue, per pugnali, spade, asce, con decapitazioni, squartamenti, e crocefissioni. Un repertorio che resterà – incongruamente ? - nel teatro dei pupi. 
I frammenti sono di una narrazione precisa e veloce, ben più memorizzabili che il riassunto di Fozio. Alla storia era d’uso interpolare digressioni dotte, qui perse. Quella sulla magia fa della “magia dei topi” la prima per importanza, dice Fozio, “da cui prendono il nome anche i misteri” – una paretimologia, nota caustica la curatrice, sfuggita al patriarca, mystéria derivando dal verbo muo, “mantenere chiuso”, e non da mues, topi.

Il commento della curatrice al riassunto di Fozio, spiegato paragrafo per paragrafo, con l’ausilio dei frammenti r esidui del “Suda”, è una godibilissima storia del romanzo classico, greco. Spesso, come qui, più teatrale, rappresentato (oggi sarebbe cinematografico, da blockbuster d’azione), che raccontato.
Giamblico, Storie babilonesi, La vita felice, pp. 119 € 9,50

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