Nell’immaginario non c’è più da qualche
tempo l’amore, la poesia – “La seduzione è morta. Non oggi, è morta un sacco di
tempo fa. L’hanno uccisa il femminismo, la pillola, la minigonna, e poi il
porno, la fluidità sessuale, l’amore libero…” (Elena Stancanelli, “la
Repubblica” 14 gennaio).. Szymborska questo già lo sapeva: “La chiave c’era, e
non c’è più”. Ma è lo stesso amabile: ilare, arguta, gnomica ma lieve. Con
molti componimenti e versi memorabili, anche se non nel genere epico, o lirico.
L’abbandono, visto nel gatto. L’amore che avrebbe potuto, e non fu – “il libro
degli amanti\ è sempre aperto a metà”. La morte, nella natura che si riveste. E
un sapienziario sorridente: “Anche se siamo diversi\ come due gocce d’acqua”,
“I cuori splendono nell’oscurità”, “Non omnis moriar per amore”.
Una trentina di componimenti, con
originale a fronte. Resi dal compiato Pietro Marchesani, traduttore emerito della poetessa polacca
premio Nobel 1996, con andamento cantabile. Alcuni, sorprendetemente, stile
signor Bonaventura, che ben contribuisce alla giocosità, cifra sotterranea di
questa poesia. Il “movimento armonico” e la “sostanza sonora” del verso
cercando di ricostituire, secondo raccomandava Valéry, uno che non si fidava
delle traduzioni, se si trattava di versi
È una riedizione della silloge con
diverso titolo, “Taccuino d’amore”, pubblicata quindici anni fa da
Scheiwiller.
Wysława Szymborska, Amore a prima vista, Adelphi, pp. 104 € 10
Nessun commento:
Posta un commento