martedì 30 gennaio 2018

Modello Berlusconi, la politica dei servizi Usa

Non solo l’Europa, il Medio Oriente, l’Asia, l’America Latina: la Cia ora, e la Nsa, e l’Fbi, e le tante altre sigle americane di servizi segreti, dominano anche la politica interna. Il paese che meglio ha saputo proteggere la politica dai bonaparte e dai rubagalline, si consegna a loro voluttuoso. Un direttore della Cia che attacca il presidente appena eletto sui giornali. Un vice-direttore dell’Fbi che si fa confidenti dei giornali per attaccare il governo. E tutti, tutti i servizi di intelligence, che dicono il voto negli Usa minato dallo spionaggio russo (ora, pare, anche cinese). Senza che nessuno gliene chieda conto: questi servizi che ci stanno a fare? La cosa che gli riesce meglio è complottare contro il presidente eletto, come in una repubblica delle banane?
Che le agenzie di sicurezza americane perdano la cyber guerra contro Putin è peraltro non credibile. Non controllavano (controllano) tutti, anche Angela Merkel? I server non sono tutti americani? Google e Facebook non son americani?
C’è puzza anche in America. Non solo la politica estera, ora anche la politica americana è sotto le grinfie dei servizi segreti, che sempre sono infetti. Mafiosi. Paranoidi. Fannulloni. Mafiosi e paranoidi per essere fannulloni: è notorio che gli spioni fanno il meno possibile, e se proprio devono copiano.
I tanti che, per motivi che non sappiamo, attaccano Trump seguono un modello stagionato, quello seguito in Italia contro Berlusconi. Lo hanno ripreso tal quale, senza un minimo di fantasia. Prima gli affari, sotto forma di dossier, non ptendo contare su unaGuardia di Finanza sollecita, che faccia novecento o mille ispezioni, due al giorno. Poi la salute – Berlusconi doveva morire, Trump è pazzo. Poi le donne. 

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