A un anno e mezzo dal terremoto di Amatrice nente è stato fatto.
Nessun rimedio, a parte container e mini-case in legno. Nessun progetto di
ricostruzione, tecnico, urbanistico, edilizio. Nessun piano finanziario. Le
rovine non sono state rimosse. I guasti del terremoto moltiplicando nella
psiche e la psicologia dei residenti. Nel senso della sfiducia e del
risentimento.
Il richiamo del nome moltiplica le “visite”, di autorità a ritmo
quasi quotidiano, e dei comuni cittadini per ogni evenienza, dal farsi una foto
al portare doni. Specie dei cooperamti, o volontari. Tutta gente di buona volontà,
che però della cooperazione fa un mestiere. E resta inutile – per lo più più
- sgradita come i tanti visitatori
ufficiali.
“Settemila volontari hanno festeggiato”, è il commento che si
sente nella cittadina. Non ingrato: i segni di questa invasione pacifica sono
pochi e non specialmente invoglianti.
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