C’è sempre un partito francese al ministero degli Esteri, che Macron
all’Eliseo ha rilanciatoi, ma più che altro nostalgico: l’attenzione è puntata
su Berlino e le promesse del nuovo governo. Macron è stato a Roma, con una
trattato del Quirinale, una intesa franco-italiana che dovrebbe intensificarsi.
Ma la sostanza della proiezione e degli interessi italiani si reputa risiedere
a Berlino.
L’attivismo di Macron è reputato d’immagine più che di sostanza. Nella
sostanza la Francia mantiene nei confrotni dell’Italia l’atteggiamento di sempre:
cooperativo quando si tratta di promuovere e proteggere gli interessi francesi
in Italia, come oggi avviene (grande distrbuzione, lusso, agroalimentare, comunicazioni),
sciovinista quando l’Italia si affaccia in Francia - oggi (Fincantieri) come
all’epoca dei “Quattro Condottieri” negli anni 1980, De Benedetti, Gardini, Berlusconi, Agnelli. Sempre insidiosa
e ostile in Libia – la missione militare in Niger, molto rischiosa, è stata
decisa come una sfida all’intromissione costante della Francia in Libia – e in
Libano, così come in tutto il Nord Africa e mel Medio Oriente, Iran incluso.
Non ci sono invece punti di attrito bilaterali con la Germania. L’unico
problema con Berlino è la politica economica europea. Che però, col nuovo attivismo
socialdemocratico del Merkel IV potrebbe cambiare rotta.
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