giovedì 8 febbraio 2018

A Berlino a Berlino

C’è sempre un partito francese al ministero degli Esteri, che Macron all’Eliseo ha rilanciatoi, ma più che altro nostalgico: l’attenzione è puntata su Berlino e le promesse del nuovo governo. Macron è stato a Roma, con una trattato del Quirinale, una intesa franco-italiana che dovrebbe intensificarsi. Ma la sostanza della proiezione e degli interessi italiani si reputa risiedere a Berlino.

L’attivismo di Macron è reputato d’immagine più che di sostanza. Nella sostanza la Francia mantiene nei confrotni dell’Italia l’atteggiamento di sempre: cooperativo quando si tratta di promuovere e proteggere gli interessi francesi in Italia, come oggi avviene (grande distrbuzione, lusso, agroalimentare, comunicazioni), sciovinista quando l’Italia si affaccia in Francia - oggi (Fincantieri) come all’epoca dei “Quattro Condottieri” negli anni 1980, De Benedetti,  Gardini, Berlusconi, Agnelli. Sempre insidiosa e ostile in Libia – la missione militare in Niger, molto rischiosa, è stata decisa come una sfida all’intromissione costante della Francia in Libia – e in Libano, così come in tutto il Nord Africa e mel Medio Oriente, Iran incluso. Non ci sono invece punti di attrito bilaterali con la Germania. L’unico problema con Berlino è la politica economica europea. Che però, col nuovo attivismo socialdemocratico del Merkel IV potrebbe cambiare rotta. 

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