Era al punto uno della lunga trattativa per formare il nuovo governo, e
c’è rimasto: il rilancio dell’Europa. Il governo Merkel-Schulz nasce con questo
obiettivo principale.
Il preambolo dell’accordo enumera punti concreti della iniziativa di
rilancio. Il rinnovo del trattatro dell’Eliseo del 1963, o dell’asse franco-tedesco.
Che si dovrebbe rafforzare attraverso la Pesco, una politica estera e di difesa
comune. Il rafforzamento della solidarietà, con “un contributo maggiore della Germania
al bilancio Ue”. La trasformazione dell’Esm, il fondo di salvataggio bancario,
in un Fondo monetario europeo, controllato dal Parlamento. Una maggiore “convergenza
sociale” attraverso le “rifoeme strutturali” e la “responsabilità di bilancio”,
in vista di “un rilancio degli investimenti nell’eurozona”.
Il primo capitolo dell’accordo di governo è intitolato “Europa”: “L’Europa
deve prendere più di prima il suo destino nelle sue mani”. A fronte della revisione in atto delle priorità
Usa, e dell’attivismo cinese (economico) e russo (militare).
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