Titolo originale “L’assaggiatrice”, mutato forse in traduzione per l’uscita in
contemporanea di un romanzo con tema analogo di Rosella Postorino, “La
assaggiatrici”. È la storia di una giovane donna profuga nel 1943 sulle Alpi,
dove trova lavoro nel gruppo di donne che assaggiano i cibi destinati a Hitler,
per evitare che sia avvelenato. Magda è la cittadina qualunque che, per questa
strana occupazione, viene a conoscere i segreti del Reich, e vivrà una serie di
avventure. Una sorta di “vita quotidiana” del Rerzo Reich, la storia vissuta dal
basso. Da donne quasi di servizio – perché solo assaggiatrici donne? Gli ingredienti
sono molti, insicurezza, paura, amore, terrore, resistenza, suicidio, fascino del
male, vendetta, dalla parte del bene e dalla parte del male. Mescolati con
abilità.
Una non storia in realtà. Ben congegnata, tra intrighi, vendette, colpa e sensi di colpa. Un
altro escamotage per sfruttare il fascino
demoniaco del Terzo Reich, che tanti lettori golosi ha - magari sotto la specie
dell’antinazismo. Marta è accudita, al matrimonio con un membro segreto della
Resistenza, ma anche dopo, da Hitler con Eva Braun solleciti. Hitler non è
cattivo, è solo uno che si autosuggestiona. I tedeschi, bontà loro, lo credono
un visionario.
L’autore l’editore lo fa maschio – “V.S.Alexander è un appassionato studioso di storia con un forte
interesse per la musica e per le arti visive” Ma lo indirizza sulla scrittura
al femminile, di Shirley Jackson, narratrice di fantasmi, Daphne du Maurier e
le sorelle Brontë - un’altra “Elena Ferrante”?
V.S.Alexander, Al servizio di Adolf Hitler, Newton Compton pp. 348, ril. € 9,90
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