La Cina non punta
gli Stati Uniti, punta l’Europa. Ovunque compra di tutto, come in Italia dalla
Cassa Depositi e Prestiti alle squadre di calcio. Una penetrazione commerciale
e finanziaria che ha anche una matrice politica, rientra cioè in un
disegno: gli investimenti esteri vanno
tutti autorizzati in Cina dalle autorità politiche, attraverso i controlli
sull’esportazione di valuta.
Attraverso il 16+ 1,
l’iniziativa diplomatica che collega Pechino agli Stati europei ex sovietici,
l’offensiva europea si vuole anche coordinata esplicitamente sul piano
politico.
L’attenzione è
distratta dai propositi americani di ridurre lo sbilancio commerciale con la
Cina, che ogni anno arriva a nuovi record – nel 2017 a 375 miliardi di dollari.
Ma maggiore è il peso specifico degli sbilanci europei, e corrispondentemente
la dipendenza già acquisita con la Cina.
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