mercoledì 7 febbraio 2018

La verità per gioco

Alla sua prima apparizione padre Brwn è molto innocente. Al punto da potersi permettere qualche eresia. Converte Flambeau, il ladro più famoso d’Europa, nel senso che lo convince a cambiare vita, e anzi a dare lui la caccia ai ladri e ai malviventi. Ma gli ammannisce anche insegnamenti azzardati. I liberi pensatori “rendono la misericordia ancora più fredda della giustizia”. “Tutte le religioni possiedono una caratteristica: materialismo”. “Abbiamo scoperto la verità: e la verità non ha alcun senso”.
È tuttavia già il prete bonario quale diventerà famoso. Non eccentrico, come si penserebbe di un prete-detective: uno che guarda “dal rovescio dell’arazzo”. Forte della sua esperienza al confessionale: “La gente viene e ci racconta tutto”. Anche se vive nel mondo, e anzi tra le esperienze più strane: un sacerdote neo-pagano, devoto ad Apollo, un saltimbanco che ha fatto fortuna costruendo maggiordomi meccanici, uno scrittore che vive con un santone indiano in una casa-serra, un principe in ritiro su una piccola isola sul Tamigi, un conte scozzese che non ha accettato la rivoluzione francese e vive – è morto – come nel Settecento.
Avendo presente le regola del gioco, anzi la regola del giallo all’inglese: dare verità all’inverosimile.
L’edizione Lindau si avvale della traduzione di Gian Dàuli, che dà unaria stagionata al reverendo. Ma il personaggio si rilegge piuttosto contemporaneo, perfino malizioso. 
Gilbert K. Chesterston, L’innocenza di padre Brown, San Paolo, pp. 320 € 8,90
Lindau pp. 320 € 24

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