Il Sessantotto presentato quale fu, per il
suo verso, immaginifico e libertario. Non oppresso dai cupi memoir di moda, una sorta di revanscismo
del vecchio e storto, che si taccia di novismo, e ne offusca il ricordo per i
cinquant’anni – si recupera perfino Montaelli, “Gli altri giovani”, che pure
era tra i più cattivi contestatori della contestazione. Utopistico al più – il
sogno della libertà - ma non censorio,
fazioso, gretto.
Se ne ricostruiscono i vari aspetti, anche
di non aveva più l’età ma ne ha beneficiato. Con diecine di interventi, da
Camilleri a Piovani e Gian Carlo Caselli. Per le donne, per i giovani, per il
diritto di famiglia, per il diritto di pensare –lavorare, amare, vestirsi...
Con eccessi, ma proporzionati alle resistenze, e non violenti – la violenza è
successiva ed è un’altra storia, curiale, chiesastica, quella che il
Sessantotto combatteva. Piera Degli Esposti, l’attrice, ne fa la sintesi più
aderente:”un anno di festosa sonorità”, e “del continuo vivere insieme: insieme
si lavorava, si discuteva, si litigava, con un forte scambio di passioni e di
idee”.
L’esatto opposto di cinquant’anni dopo –
ma non è colpa del Sessantotto. Di un mondo che va in tutt’altra direzione,
sotto l’insegna della libertà. In due generazioni vendo rimesso il morso a
tutti e ognuno, isolando, polverizzando.
“Micromega”, Sessantotto, 2 voll, pp. 231+ 208 € 19,50
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