Antifascismo –
Malaparte, confinato a Lipari, passò presto, per “interessamento di una
misteriosa signora” (Edda Ciano, la figlia di Mussolini) libero di fatto, e provvisto
per gli spostamenti di un’Alfa ministeriale, con autista. Animava la corte di
Edda col marito Costanzo Ciano nella lunga vacanza in Versilia – di cui Ciano
erano i signori.
Corrado Alvaro procurò a Malaparte e
Maccari fascistissimi una patente di antifascismo. Fu nel 1931: Malaparte
direttore e Maccari redattore capo della “Stampa”, fecero avere il premio letterario
del giornale a Corrado Alvaro, che era
inviso a Mussolini. Per questo furono licenziati dal senatore Agnelli, i
padrone del giornale. O così si disse. Un’altra corrente di pensiero vuole che Maccari
fu licenziato per avere illustrato un ricevimento a corte con una lista vecchia di presenti – tra essi un
principe che era intanto morto. E Maccari era alla “Stampa” per volere di
Malaparte. Il quale da parte sua fece intendere di avere avuto una tresca con
la nuora del senatore – la madre dell’Avvocato e le sue sorelle.
Friedrich Hebbel – Il primo tragediografo della
borghesia è “il genio della brughiera e della inesauribile ananke protestante”,
J. Roth, “Al bistrot dopo mezzanotte”, 266.
Gallenga –
Maria Monaci Gallenga compare nella Parigi di J.Roth, “Al bistrot dopo
mezzanotte”, 38: “Nella mostra dell’artigianato”, 1925, “gli Italiani hanno un
padiglione con le stoffe, dipinte in oro e argento, della signora Gallenga. Mantelli e abiti
sontuosi dagli ornamento rinascimentali. Qui si danno convegno le signore
americane. Per ore palpano le stoffe e
le provano tutte.. Le più giovani, con il nasino corto e belle gambe
affusolate, si drappeggiano voluttuose in questi mantelli alla Borgia, e
sembrano ragazze del varietà. Anche le attempate e formose matrone, con grandi
occhiali di corno, non sanno resistere alla tentazione e si avvolgono pure loro
in un rinascimentale abito da sera di velluto rosso o viola”.
Stilista,
la prima italiana a Parigi, la signora Gallenga fu anche la prima a produrre
alta moda per molti – poi alta moda pronta, che farà la fortuna dei couturier italiani a partire dai tardi
anni 1970, negli Usa, in Giappone e in Germania.
Gesù
–
Era brutto? Lo sostiene Origene nel “Contra Celsun”. Cioè il Celso da
contraddire lo aveva sostenuto, e Origine su questo punto gli dà ragione. Come
l’avranno saputo?
Museo –
Nuove prospettive di gestione apriva giù J. Roth tra le due guerre, in una
corrispondenza dalla Francia - “Lione”, poi nella raccolta “Nella Francia meridionale”: “La nuova vita
non fiorisce dalle rovine. Sono le rovine a fiorire nella nuova vita. In un
museo non sarebbero altro che reperti”.
Pollicino
–
La sua storia “è semplicemente la storia dell’uomo” – G.K.Chesterston, “Eretiche”:
“Il gigante ucciso da Pollicino si considerava come il superuomo. Verosimilmente,
riteneva Pollicino un essere piccolo e limitato che tentava di arrestare la
marcia in avanti della vita”. Ma sbagliava: “Il piccolo Pollicino era il
campione delle regole permanenti dell’umanità, del principio: un uomo una
testa; un uomo una coscienza; del principio: una sola testa un solo cuore. Era
totalmente indifferente alla questione di sapere se il gigante era un gigante
particolarmente gigantesco. Tutto quello che desiderava sapere era se il
gigante era un buon gigante, cioè se poteva servire a qualcosa”.
Roma
–
Lo statista, diplomatico, filologo e filosofo tedesco Wilhelm von Humboldt, fratello
maggiore del naturalista ed esploratore Alexander, modellatore del liceo
tedesco, col ginnasio, scrisse alcune centinaia di sonetti. Tra essi alcuni
dedicati a Roma, dove fu ambasciatore dal 1803 al 1808: “Alla ragazza romana”, “all’uomo
romano”, al ricordo del figlioletto Wilhelm, ai “Domatori di cavalli” nel
piazzale del Quirinale, che il bambino ammirava, morto di malaria l’estate
dello stesso 1803 ad Ariccia dov’era in villeggiatura. Sono tutti componimenti nostalgici,
per dire che non avrebbe pensato di separarsene mai più, e che i presto i
destini si ricongiungeranno, con la città “di grandezza divina”. Ne “I domatori
di cavalli” immagina il bambino, col quale doveva avere attraversato il piazzale
namno nella mano, che lo aspetta: “Solo un sentiero porta all’Olimpo stellato,\
e lungo il baratro profondo arriva all’ombra della notte.\ Può apparire
terribile a chi lo percorre con passo solitario\ me, ahimé, attende gentile la
mano soccorrevole del figlio”.
Salgari – Fu caratteristicamente
eroe e martire del fascismo – caratteristicamente perché dileggiato e osannato
sempre in eccesso, non c’erano parole abbastanza buone né abbastanza cattive,
il fascismo si vuole netto e tagliente. “Il Selvaggio” di Maccari, la rivista
di Strapaese, fa grande caso nel n. 2 del 1928 di un Paolieri che sulla “Nazione”
ha “messo a posto” Salgari: “Non solo scriveva con la sciatteria degli scrittori
a poche lire la dispensa, ma non poteva essere un vero e proprio educatore,
come ad esempio l’impareggiabile Giulio Verne, a causa della sua completa
mancanza di cognizioni scientifiche, oltre che di sintassi e di lingua. Il Salgari
non era che un abile rimpolpettatore del Mayne-Reid, dell’Aymard, del Boussenard e, soprattutto,
dell’Assollant”. Un ottimo pedigree, ma
la razza migliorava con Salgari.
Sherlock Holmes – È ben establishment. Per indirizzo, vizi, parentele, clientela, palmarès dei
casi risolti. Ha casi
anche rognosi e “duri”, da duro noir americano, ma non lavora per fame, né per
pagarsi l’alcolismo, vizio da poveri, e anzi non si fa pagare, un vero
aristocratico.
Tedeschi - “I tedeschi nuovi,
borussificati” (da Bismarck) sono di Joseph Roth, “Al bistrot dopo mezzanotte”,
276.
letterautore@antiit.eu
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