La Cina non punta
gli Usa, punta l’Europa. Con gli Stati Uniti va verso una coabitazione, o
meglio una cogestione. Dei commerci e probabilmente, in un futuro non remoto, degli equibri strategici di potenza.
Sull’Europa punta forte, in tutti i settori, a partire dalle infrastrutture:
porti, flotte ferrovie, autostrade, la Cassa Depositi e Prestiti. Senza riguardi
– il cinese è cerimonioso ma deciso.
L’Iniziativa 16+1, o
China-Ceec (Central and Eastern European Countries) - nell’ambito del progetto
Via della Seta per legare la Cina all’Europa con le infrastrutture, marittime,
ferroviarie, stradali - vede la Cina collaborare direttamente con i 16 apesi
dell’Est europeo ex Jugosalvia e ex Unione Sovietica (ma non la Russia, nemmeno
l’Ucraina). Undici dei sedici fanno parte dell’Unione Europea, ma il rapporto
di Pechino è bilaterale con i apesi interessati.
Gli investimenti
sono pealtro diversificati, nei 16 e in tutta Europa. In tutti i settori, anche
nell’industria e nella finanza. Comprese le squadre di calcio, anch’esse rientrano in una strategia, con i diritti tv (MediaPro) per il calcio spnagolo e quello italiano, la metà del continente – con la
moneta inconvertibile, ogni investimento all’estero deve essere autorizzato.
Nessun commento:
Posta un commento