Se è possibile prevedere il futuro nei
sogni. Tema corrente del Duecento, anche di san Tommaso d’Aquinfo, qui in
appendice, all’“Articulus IV” della “Summa Theologica”, “Se la divinazione che
si fa attraverso i sogni è illecita”- trattazione non brillante: lo è e non lo
è, argomenta con inconsuta ambivalenza l’aquinate, la divinazione onirica può
essere buona (“divina”) e può essere cattiva (“diabolica”), alcuni sogni
vengono da Dio, altri al diavolo.
Il pensatore danese è più ponderato,
benchè messo all’indice dal vescovo di Parigi Tempier, che con l’episcopio
reggeva per statuto anche la Sorbona, creata un secolo prima e presso la quale
lo stesso Boezio insegnava. Un colpo di coda degli antiaristotelici, quello di Étienne
Tempier, in una col papa regnante Giovanni XXI, il portoghese Juliani, già
professore di Teologia alla stessa università. Ma la verità dell’opuscolo non
si cancellava: la divinazione contrasta con la ragione. Tommaso d’Aquino si
baserà ancora sulla Bibbia per la sua (non) argomentazione, Boezio su Aristotele..
Curata da Massimo Sannelli, è un’edizione
critica dell’opuscolo, in originale latino con la prima traduzione italiana.
Con molti rimandi alla trattatistica dell’epoca sui sogni e la divinazione.
Boezio di Dacia, Sui sogni, il melangolo, pp. 77 € 7,75
Nessun commento:
Posta un commento