L’amministratore
delegato di Snapchat, Evan Spiegel, si dà una retribuzione-premio per il 2917
di 638 milioni di dollari. È tutto serio, non si ride: è il mercato.
Spiegel
è anche uno dei fondatori di Snapchat. Ma non c’è profumo di malversazione, o
distrazione di fondi aziendali, nel suo superstipendio. Rubare all’azienda era
proibitissimo, per i creditori e i dipendenti, col web deve essere cambiato il
diritto.
Il
titolo Snapchat cade in Borsa solo perché una influencer si è detta delusa:
“Qualcun altro non apre più Snapchat? È talmente triste”, ha twittato Lyllie
Jenner. Nota come sorellastra di Kim Kardashian. Che è una pin-up del web.
Il
premier designato da Grillo va al Quirinale a presentare il suo futuro governo.
Lo fanno parlare col segretario generale, e a questi confida in segreto tre
nomi di futuri ministri. Cronache ossequiose – e chi saranno i tre?
Ridere
non è ammesso - ma quante divisioni ha Grillo? Certo, aveva ragione di
disprezzare i giornalisti.
Tra
un settimana votiamo ma non c’è l’ombra di un candidato nelle cronache locali.
Delle circoscrizioni, dove saremo iscritti. Di chi si presenta e cosa vuole. Molte
pagine sul Di Maio pensiero, e il Salvini pensiero, con Meloni e Grasso, ma niente
per l’uomo\donna per il\la quale vorremmo vota e. Poi dice che i giornali non
sono inutili.
È
ora d’uso a Roma il mendicante col cellulare, a cui sta incollato,
mentre saluta, chiede, ringrazia. Giovani africani per lo più, che da un paio
d’anni riempiono i marciapiedi, nei quartieri medio borghesi. Collocati nei
posti giusti, con cambi a orario preciso. Rifugiati da quale guerra?
I
richiedenti asilo di un centro di accoglienza al quartiere Aurelio a Roma hanno
occupato la struttura, per il mancato pagamento delle ricariche telefoniche. Le ricariche sono previste
dai regolamenti. Salvini non ha mancato l’occasione, e ha postato la
cosa.
Il
centro occupato non è male: sta dentro un parco, con gli alberi e gli armenti.
La
questione migranti è anche colpa degli operatori sociali: hanno poca
sensibilità (intelligenza), per loro è un business.
Di
Maio cattivissimo con De Falco: “Se ha usato violenza alla moglie lo caccio”.
Per un comandante una fine ingloriosa, alle mercé di un giovanotto senz’arte. O
chi si somiglia si piglia?
Gas,
energia e rifiuti, le utilities
italiane stanno benissimo - rapporto “Top Utility 2018”, realizzato da Athesys.
Per prezzi e tariffe record. Ma questo il rapporto non lo dice: vale la favola
dei buoni affari buoni per tutti.
Si
fanno ricche le utilities con prezzi
e tariffe record perché possano dare buoni dividendi. Essendo in larga parte
pubbliche, danno dividendi a Comuni, Regioni e Tesoro. La politica in effetti è
ingorda.
Bianca
Berlinguer si fa dire a “Carta bianca” da Camilleri che il Pd non è un partito
di sinistra. Con sorrisetti, ammiccamenti. E applausi a sostegno. Poi ospita
Calenda, che non è del Pd, forse, ma nemmeno
di destra, e per il governo del Pd lavora risoluto su piani di sinistra, per il
lavoro, il reddito, la protezione sociale. Poi dicono che è Putin che ci spinge
sul disfattismo e il nazionalismo, con gli hacker.
“Da
Bonafede a Montanari, i nomi sul tavolo per la squadra di Di Maio”, per il
governo Di Maio – “Anche Buffagni in lista”: esulta il “Corriere della sera”. Perbacco!
Roba da accapponare la pelle.
Niente
Natale dei bambini, giusto un miserabile Spelacchio a piazza Venezia, e niente
Carnevale. Per il secondo anno Roma delle 5 Stelle ha vissuto zitta le feste
popolari. Non sanno fare nemmeno un corteo di maschere in piazza è tropo dire.
Non sanno è più giusto.
Vivendo
a Roma uno si chiede se i 5 Stelle che la governano non siano simulacri,
ectoplasmi.
Al
Campidoglio, dove controllano il consiglio, non lo riuniscono nemmeno. Nelle
circoscrizioni si limitano a litigare: mai una
decisione – una buca d a riempire, un sussidio da accordare, una pratica
da smaltire. Due o tre circoscrizioni non hanno nemmeno referente, hanno
litigato o lo hanno cacciato. Altre due o tre non si riuniscono per non doverlo
fare. Sembra assurdo che questa gente governi Roma, ma così è.
Da
quando Roma è 5 Stelle il tempo di attesa (prenotazione obbligatoria) per fare
un certificato, uno dei mille che quotidianamente vengono richiesti, è passato
da uno-due giorni a trenta – ultimamente a quaranta. Gli impiegati non sono
diminuiti, ma ora possono non andare.
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