Una sceneggiatura robustissima, una regia attenta
alle virgole, un interpretazione sempre in tono, di tutti. L’allucinato(rio)
McNamara, lo schivo Ellsberg, che divulgherà le carte della guerra americana al
Vietnam (“Pentagon Papers”), i familiari, consiglieri e avvocati di Katharine
Graham, che la morte del marito ha proiettato a presiedere l’impero editoriale
del “Washington Post”.
È la storia di lei, Katharine Graham, che non
sa nulla di affari ma dopo il suicidio del marito depresso deve imparare presto
e bene. Tratta probabilmente dalla biografia che Carol Felsenthal le ha
dedicato nel 1999, “Power, Privilege,
and The Post: The Katharine Graham Story”, non citata però nei
crediti. Altrettanto ben
contestualizzata. Con la storia spiacevole della stampa americama degli anni
1960, tanto più procace in quanto gli Stati Unit non curano la storia, non la
loro: da pappa e ciccia col potere, nei ranch,
nelle penthouse, alla Casa Bianca, a
denunciatori del potere stesso. Con la rivoluzione della donna americana negli
anni Sessanta: da casalinga devota al marito e alle mondanità, a imprenditrice
coraggiosa, di se stessa e del patrimonio. È il primo film Usa in cui si vede
come vivono i ricchi americani - non i riccastri di tanta Hollywood, i veri
ricchi. Con l’implosione del potere politico, sempre più chiuso su se stesso.
Aggredito peraltro in forme confinanti con lo spionaggio – Daniel Ellsberg non
è eroicizzato, è il dipendente che la schizofrenia del suo capo (McNamara) ha
turbato. Tutto confortante, non il solito “arrivano i nostri”
Un romanzone. Di bei caratteri, forti,
stagliati. Ben recitati, cioè – in origjnale Meryl Streep modula perfino al
voce come la presumibile Katharine Graham della storia, a volte malinconica,
più spesso svagata, e quando necessario tagliente. Tom Hanks è il Ben Bradlee
della storia. Direttore del “Washington Post” determinato ad avere con
qualsiasi mezzo i “Pentagon Papers”, le carte che il “New York Tmes” ha già
avuto. Con tutti i sottintesi, che lo spettatore non è tenuto a sapere ma che sono
parte del personaggio: spia della Cia, manipolatore di carte, probable
manipolatore di destini (i coniugi Rosenberg, mandati alla sedia elettrica con
prove dubbie come spie di Mosca, il primo Russiagate).
Steven Spielberg, The Post
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