martedì 20 febbraio 2018

Quando la donna americana si liberò

Una sceneggiatura robustissima, una regia attenta alle virgole, un interpretazione sempre in tono, di tutti. L’allucinato(rio) McNamara, lo schivo Ellsberg, che divulgherà le carte della guerra americana al Vietnam (“Pentagon Papers”), i familiari, consiglieri e avvocati di Katharine Graham, che la morte del marito ha proiettato a presiedere l’impero editoriale del “Washington Post”.
È la storia di lei, Katharine Graham, che non sa nulla di affari ma dopo il suicidio del marito depresso deve imparare presto e bene. Tratta probabilmente dalla biografia che Carol Felsenthal le ha dedicato nel 1999, “Power, Privilege, and The Post: The Katharine Graham Story”, non citata però nei crediti.  Altrettanto ben contestualizzata. Con la storia spiacevole della stampa americama degli anni 1960, tanto più procace in quanto gli Stati Unit non curano la storia, non la loro: da pappa e ciccia col potere, nei ranch, nelle penthouse, alla Casa Bianca, a denunciatori del potere stesso. Con la rivoluzione della donna americana negli anni Sessanta: da casalinga devota al marito e alle mondanità, a imprenditrice coraggiosa, di se stessa e del patrimonio. È il primo film Usa in cui si vede come vivono i ricchi americani - non i riccastri di tanta Hollywood, i veri ricchi. Con l’implosione del potere politico, sempre più chiuso su se stesso. Aggredito peraltro in forme confinanti con lo spionaggio – Daniel Ellsberg non è eroicizzato, è il dipendente che la schizofrenia del suo capo (McNamara) ha turbato. Tutto confortante, non il solito “arrivano i nostri”
Un romanzone. Di bei caratteri, forti, stagliati. Ben recitati, cioè – in origjnale Meryl Streep modula perfino al voce come la presumibile Katharine Graham della storia, a volte malinconica, più spesso svagata, e quando necessario tagliente. Tom Hanks è il Ben Bradlee della storia. Direttore del “Washington Post” determinato ad avere con qualsiasi mezzo i “Pentagon Papers”, le carte che il “New York Tmes” ha già avuto. Con tutti i sottintesi, che lo spettatore non è tenuto a sapere ma che sono parte del personaggio: spia della Cia, manipolatore di carte, probable manipolatore di destini (i coniugi Rosenberg, mandati alla sedia elettrica con prove dubbie come spie di Mosca, il primo Russiagate).
Steven Spielberg, The Post

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