Una commedia poco movimentata, una ripresa
filologica, per giunta in maschera. Eppure si ride. Merito dei quattro attori
che si dividono i dodici ruoli, maschili e femminili: Paolo Floris, Tommaso
Lipari, Mattia Parrella, Andrea Puglisi. Delle maschere, di Giancarlo Santelli.
Dell’adattamento e la regia, di Giancarlo Sammartano. Ma fa ridere pure Plauto.
Il teatro di maschere è duro, e vuole una recitazione tutta sua, ma i quattro
giovani di Fondamenta Teatro e Teatri, la compagnia della romana Scuola dell’Attore,
riescono a vivacizzarlo.
La
storia è piana – troppo forse, e questo ha spinto “Il cartaginese” nell’ombra.
Di agnizioni e riscatti. Un giovane s’industria di riscattare la ragazza di cui
è innamorato, che con la sorella è proprietà di un lenone. Sta per riuscirci,
quando irrompe il Cartaginese. È alla ricerca delle figlie, che gli sono state sottratte bambine – le schiave del lenone. Ma anche il giovane è stato rapito
bambino a Cartagine, è il nipote del Cartaginese. E la storia va in
gloria. Ma Plauto fa ridere.
Sembra
strano, ma si ride, si può, con autori di due millenni fa, i contemporanei non
fanno più commedia – sono una commedia, e
questo è triste.
Plauto,
Il Cartaginese, Teatro Arcobaleno
Roma
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