lunedì 12 febbraio 2018

Ridere a teatro si può, con Plauto.

Una commedia poco movimentata, una ripresa filologica, per giunta in maschera. Eppure si ride. Merito dei quattro attori che si dividono i dodici ruoli, maschili e femminili: Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella, Andrea Puglisi. Delle maschere, di Giancarlo Santelli. Dell’adattamento e la regia, di Giancarlo Sammartano. Ma fa ridere pure Plauto. Il teatro di maschere è duro, e vuole una recitazione tutta sua, ma i quattro giovani di Fondamenta Teatro e Teatri, la compagnia della romana Scuola dell’Attore,  riescono a vivacizzarlo.
La storia è piana – troppo forse, e questo ha spinto “Il cartaginese” nell’ombra. Di agnizioni e riscatti. Un giovane s’industria di riscattare la ragazza di cui è innamorato, che con la sorella è proprietà di un lenone. Sta per riuscirci, quando irrompe il Cartaginese. È alla ricerca delle figlie, che gli sono state sottratte bambine – le schiave del lenone. Ma anche il giovane è stato rapito bambino a Cartagine, è il nipote del Cartaginese. E la storia va in gloria. Ma Plauto fa ridere.
Sembra strano, ma si ride, si può, con autori di due millenni fa, i contemporanei non fanno più commedia – sono una commedia, e questo è triste.
Plauto, Il Cartaginese, Teatro Arcobaleno Roma

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