“De summo bene è “speculatio veritatis et delectatio in illa”: sommo bene è attingere
la verità, “insieme alla sua contemplazione e al piacere che l’accompagna”. Il piacere
è sempre intellettuale. Scomunicato Boezio, Boezio di Dacia, quasi scomunicato,
e felice – scomunicato per essere felice.
È in questo trattatello che sono soprattutto le
proposizioni condannate dal vescovo di Parigi e rettore della Sorbona Étienne
Tempier nel 1277. Sulla superiorità della filosofia su ogni altra attività, sui
filosofi promossi a sapienti del mondo, e sul “tutto il bene, che agli uomini è
possibile, consiste nelle virtù intellettuali”.
Tempier proibì nel 1277 di isnegnare alla
Sorbona oltre duecento “tesi” in quanto in odore di eresia. Molte tratte da Boezio,
“Sul sommo bene” e “Sull’eternità del mondo”. Il filosofo danese non fu per
questo dichiarato eretico, ma scomparve, con la sua opera, per sei secoli e
mezzo, fino al primo dopoguerra. Autore peraltro prodigale di filosofia morale,
filosofia naturale e grammatica speculativa. Luca Bianchi riunisce a “Sull’eternità
del mondo”, il trattato di filosofia anturale, i due opuscoli “Sui sogni”, se
la divinazione è possibile in sogno, e “Sul sommo bene”, il piacere
intellettuale.
Boezio di Dacia, Sull’eternità del mondo-Sui sogni-Sul sommo bene, La vita felice,
pp. 274 € 16,50
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