domenica 25 marzo 2018

E il fotografo ebbe nome, d'autore

I settant’anni dell’agenzia fotografica franco-americana Magnum come una storia del dopoguerra. Un percorso per autori e tematico di grande rilievo: aspetti e eventi, anche inattesi, si manifestano o prendono consistenza.
L’agenzia, fondata a New York da Robert Capa, Cartier-Bresson e altri nomi già allora di rilievo proprio con questo scopo, ha affrancato il reportage fotografico dall’ancillarità, anonima. Ora è un lavoro professionale e autonomo, d’arte e informativo. La mostra sottolinea questo percorso. E insieme evidenzia alcuni “racconti” fotografici che hanno acquisito rilievo e un luogo nella storia. Come il fotodramma di Budapest nel 1956.
Ma, poi, tutti sono fotoracconti compiuti, nella scelta che Clément Chéroux ha operato spulciando negli archivi dell’agenzia. dGli immigrati negli Usa, Eve Arnold anni 1950. Le “famiglie” di Elliott Erwitt. L’Oriente e l’Europa dopo la guerra, di Capa e altri. Il viaggio nel 1968 della salma di Robert Kennedy da Los Angeles al cimitero di Arltingon, di Paul Fusco. Gli zingari, del fotografo ceco Josef Koudelka. Il Mediterraneo cupo dei migranti, di Paolo Pellegrin.
Magnum Manifesto, Museo Ara Pacis

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