Bianciardi fu soprattutto
un “risorgimentologo”: pensò e scrisse soprattutto del Risorgimento, almeno sei
libri, compreso questo. Fu specialmente garibaldino – anche nelle storie che
scrisse del Risorgimento, questa compresa.
Il “Risorgimento allegro”
fa cominciare con lo sciopero del fumo a Milano. La spedizione dei Mille delinea
alla notizia che Palermo si è sollevata – altre spedizioni erano in precedenza
fallite, una miseria. Una prima organizzazione dei Mille in corpo di spedizione
si ebbe solo a Talamone, alla conferma dei moti siciliani. E conclude con una
postfazione amara, “La verità è un’altra”: “La verità è che fra questi uomini
spesso non vi fu concordia, ma avversione e odio”. Fra gli uomini che fecero
l’Italia. Peggiorandone le fratture: “Fra italiani ricchi e italiani poveri.
Fra italiani del Nord e italiani del Sud. Fra italiani dotti e italiani
analfabeti”.
Di fatto si ride poco
anche prima della conclusione, o amaro. In mezza pagina, a metà percorso, c’è
già una sintesi spaventosa del Risorgimento. L’unità fu un miracolo, salutato
come tale in tutta Europa e nel mondo, “ma fu un miracolo molto equivoco, che
ci è costato cento anni di storia assai dolorosa, che potremmo riassumere in
questi pochi eventi: guerra dei briganti, sommosse del ’66, convinzione
radicata nel popolo che lo Stato sia oppressore, un’astratta entità ostile che
si fa viva solo per esigere le tasse e mandarci a far la guerra, analfabetismo,
mezzo milione di emigrati che ogni anno lasciano la «porca Italia», sottile e perfido
razzismo interno, per cui i «terroni» sarebbero cittadini di seconda categoria,
la mafia mai sconfitta, una dittatura ventennale e una guerra disastrosamente
combattuta e persa” – una sola?
Dopo Teano, la
liquidazione dei garibaldini fu rapidissima e radicale. Non poterono
partecipare alle sfilate celebrative. Di settemila solo duemila furono
raffermati, i loro ufficiali con gradi inferiori – mentre si offrivano
trattamenti equipollenti ai borbonici. E poi: Garibaldi in prigione, dopo
Aspromonte, contro lo sdegno di tutta Europa (a Londra si fece una colletta
milionaria), operato della pallottola conficcata nella caviglia solo 87 giorni
dopo la scaramuccia in Calabria, quindi rinchiuso a Caprera, guardato da una
flotta militare di nove navi da guerra.
Luciano Bianciardi, Il Risorgimento allegro, Stampa
Alternativa, remainders, pp. 101 € 6
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