delle consultazioni e le trattative per il
governo, ma l’unico chiodo è quello. Per una larga porzione
dei commentatori. Quella che ci affligge da Rai
Tre, La 7 e “la Repubblica” in special mondo. Ma
poi da tutte le tribune televisive e dei grandi
giornali. Tuttora occupate dai reduci del Pci, specie da
quelli che non erano comunisti e anzi furono
anticomunisti, che si chiamino per comodità
paleodem.
Poiché
molti di questi belli-e-buoni hanno fatto soldi e fortuna con le case editrici,
i giornali, le tv, e
le case
di produzione di Berlusconi, non dev’essere per astio personale. Anzi, si
indovinano pronti
necrologi
appassionati, se solo l’“ex Cavaliere” si decidesse a sparire – simbolicamente,
si capisce.
Dev’essere
condanna,
un contrappasso
alla Dante – o altrimenti una malia berlusconiana?
Ma
non c’è altro argomento. Un italiano su tre, quindi compresi molti interlocutori
nelle tribune di
questi
paleodem, non ha votato Di Maio? Un italiano su due non ha votato Di Maio e
Salvini? No,
chissà,
non importa, importa Berlusconi, solo e comunque.
E cosa dicono di Berlusconi questi paleodem afflitti? Niente, quello che dicevano - che si diceva dicessero - una volta le nonne. Nostalgici di un mondo che fu, anche se non è mai stato.
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