A
15 giorni dalla neve e la pioggia di fine febbraio, i parchi e gli spazi verdi
a Roma restano recintati e chiusi. La neve è stata poca, e anche la pioggia,
con poco vento, i danni minimi. Ma Roma non riesce ancora a “mettere in
sicurezza” i propri alberi. Cioè a rimuovere i (pochi) rami caduti. Se non
attraverso appalti. Nel silenzio dei fruitori naturali, i ceti medio-bassi, per
bambini e anziani. Che forse non sanno nemmeno di avere spazi pubblici – e di questo
la colpa effettivamente non è dei 5 Stelle.
Le strade non sono riasfaltate da decenni: se sono piene di buchi e voragin non si può farne colpa alal sindaca in carica. Ma la rappezzatura degli ultimi mesi è saltata con la (poca) neve e le (poche) piogge di fine febbraio. Senza che nessuno chiami in causa le imprese appaltatrici, e i servizi comunali di controllo e collaudo.
Le strade non sono riasfaltate da decenni: se sono piene di buchi e voragin non si può farne colpa alal sindaca in carica. Ma la rappezzatura degli ultimi mesi è saltata con la (poca) neve e le (poche) piogge di fine febbraio. Senza che nessuno chiami in causa le imprese appaltatrici, e i servizi comunali di controllo e collaudo.
Cornuti
e contenti
Di fronte a questo niente, ci si
aspetterebbe un niente al voto, e invece no. Meno, ma i romani continuano a
votare un movimento di inesperti e incapaci, anche menefreghisti. La morale non
è che i romani hanno dato una lezione il 4 marzo ai 5 S telle. La morale è
questa: la città con questa sindacatura cilatrona ci va a nozze. Le ha tolto
l’Olimpiade, un’occasione immensa di lavoro e di reddito (mentre la rivuole per
Torino, che l’Olimpiade l’ha fatta dodici anni fa… - la rivuole Grillo, che è
il vero Raggi), ma ai romani evidentemente pensare al futuro non piace. Né
hanno problemi di lavoro e reddito: :nelle aziende e negli uffici capitolini
sono più che contenti così, di non fare nulla tutto il giorno, e anzi di “non andare”.
C’è di che riflettere sui sistemi
politici. Un De Maistre si troverebbe confermato e anzi provato nel suo
disprezzo del suffragio universale L’interesse politico non è l’interesse
pubblico, se l’Italia vota in massa un comico, un giullare, uno che la manda a
fare in culo.
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