lunedì 12 marzo 2018

Il governo a 5 Stelle del niente

Si dice che l’elettorato ha punito i 5 Stelle a Torino e a Roma per la cattiva amministrazione. Sarà pure vero, qualche voto rispetto a due anni fa l’hanno perduto, a Roma. “Il M5S in città è crollato”, celebra “la Repubblica-Roma”, “perdendo in 20 mesi ben 13 punti rispetto alle comunali che incoronarono Virginia Raggi sindaca” - circa 160 mila voti, da 412.285 a 253.319. Sarà vero, ma è sempre tanto: in città i 5 Stelle, che controllano tutto, non ci sono. Si celebrano ma non hanno fatto e non fanno niente. Nelle circoscrizioni (verde, assistenza sociale) non ci sono: litigano, per  gettoni di presenza, e basta. Al Campidoglio (trasporti, nettezza urbana, viabilità) non hanno preso una sola iniziativa. In venti mesi, è tanto.
A 15 giorni dalla neve e la pioggia di fine febbraio, i parchi e gli spazi verdi a Roma restano recintati e chiusi. La neve è stata poca, e anche la pioggia, con poco vento, i danni minimi. Ma Roma non riesce ancora a “mettere in sicurezza” i propri alberi. Cioè a rimuovere i (pochi) rami caduti. Se non attraverso appalti. Nel silenzio dei fruitori naturali, i ceti medio-bassi, per bambini e anziani. Che forse non sanno nemmeno di avere spazi pubblici – e di questo la colpa effettivamente non è dei 5 Stelle.
Le strade non sono riasfaltate da decenni: se sono piene di buchi e voragin non si può farne colpa alal sindaca in carica. Ma la rappezzatura degli ultimi mesi è saltata con la (poca) neve e le (poche) piogge di fine febbraio. Senza che nessuno chiami in causa le imprese appaltatrici, e i servizi comunali di controllo e collaudo.  
Cornuti e contenti
Di fronte a questo niente, ci si aspetterebbe un niente al voto, e invece no. Meno, ma i romani continuano a votare un movimento di inesperti e incapaci, anche menefreghisti. La morale non è che i romani hanno dato una lezione il 4 marzo ai 5 S telle. La morale è questa: la città con questa sindacatura cilatrona ci va a nozze. Le ha tolto l’Olimpiade, un’occasione immensa di lavoro e di reddito (mentre la rivuole per Torino, che l’Olimpiade l’ha fatta dodici anni fa… - la rivuole Grillo, che è il vero Raggi), ma ai romani evidentemente pensare al futuro non piace. Né hanno problemi di lavoro e reddito: :nelle aziende e negli uffici capitolini sono più che contenti così, di non fare nulla tutto il giorno, e anzi di “non andare”.
C’è di che riflettere sui sistemi politici. Un De Maistre si troverebbe confermato e anzi provato nel suo disprezzo del suffragio universale L’interesse politico non è l’interesse pubblico, se l’Italia vota in massa un comico, un giullare, uno che la manda a fare in culo.

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